Credito, sindacati preoccupati
«Fine ingloriosa, mesi difficili»

La prospettiva del credito Bergamasco? Secondo i sindacati, «è quella di un gigantesco carrozzone». E aggiungono: «Nei prossimi mesi ci attendono quindi complesse procedure sindacali per gestire le ricadute occupazionali e professionali del progetto di fusione».

«Era da tempo che si rincorrevano voci su future operazioni societarie, la più rilevante quella relativa ad “un’ipotetica” fusione tra Banco Popolare e Popolare Milano. Nel riassetto

conseguente sarebbe stato coinvolto anche il Credito Bergamasco, magari oggetto di una cessione ad altra Banca, meglio ancora se estera. Ed invece la notizia è che a giugno dell’anno prossimo il Credito Bergamasco verrà fuso per incorporazione nel Banco Popolare. Fine ingloriosa di una storia centenaria». Inizia così il comunicato congiunto delle rappresentanze sindacali aziendali di Fiba7Cisl, Fisac/Cgil e Uilca.

«In previsione delle prossime operazioni societarie la Capogruppo ha anticipato i tempi, dando il via ad un’incorporazione che si paga da sé, il patrimonio netto del CB, infatti, coprirà ampiamente l’azzeramento del valore della partecipazione e l’offerta di concambio agli azionisti

di minoranza. Senza considerare che il prezzo per l’acquisto della banca nel lontano 1997 è stato ampiamente ripagato dai redditi da noi prodotti nei 17 anni seguenti - continuano i sindacati -. La tradizione del capitalismo italiano non si smentisce, neppure questa volta: tutti bravi con i soldi prodotti da altri…».

Ora la prospettiva, secondo i sindacati, « è quella di un gigantesco carrozzone su cui, molto probabilmente, salirà presto anche la Banca Popolare di Milano». «Avendo letto il comunicato stampa ufficiale sembrano chiare tutte le implicazioni economiche che riguardano gli azionisti, ma per i dipendenti? Nessuna menzione! - continuano le organizzazioni dei lavoratori -. Come se il valore di questo istituto bancario ultracentenario non dipendesse dal lavoro e dal senso di responsabilità dimostrato in tutti questi anni dai colleghi e dalle colleghe che hanno prestato servizio e parte della loro vita per il Credito Bergamasco».

«Dal punto di vista sindacale siamo preoccupati per quello che può essere l’evolvere della situazione, ma siamo anche determinati a difendere tutto quanto fino ad oggi conquistato. Non abbiamo risposte su quello che sarà il destino del nostro Contratto Integrativo Aziendale, salvo il fatto che in assenza di accordi sindacali futuri varrà fino a scadenza, cioè fino al 31 dicembre 2014. Per quanto concerne il Fondo Malattia ed il nostro Fondo Pensioni essi sono istituti autonomi e dal nostro punto di vista dovranno rimanere tali. Per il VAP 2013 che verrà pagato a giugno del 2014 l’accordo tra le Organizzazioni Sindacali e Credito Bergamasco è già stato sottoscritto e non è messo in discussione. Per la normativa di mobilità vale quanto detto in merito al Contratto Integrativo Aziendale. Ci preoccupa inoltre il destino della attuale Direzione Generale (Sede), che occupa circa trecento lavoratori e che diventerà una mera Divisione Territoriale» proseguono i sindacati, che aggiungono: «Nei prossimi mesi ci attendono quindi complesse procedure sindacali per gestire le ricadute occupazionali e professionali del progetto di fusione. Tale procedura si svolgerà unitariamente a livello di Gruppo. Un cambiamento radicale. Come spesso accade gli eventi inattesi, specie se spiacevoli come in questo caso, impongono una rilettura ed una ridefinizione delle priorità nella vita di ciascuno di noi».

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