Crisi, spuntano i cassintegrati
fra i cercatori di funghi nelle valli

In questa pazza estate, con il maltempo che imperversa su turismo e agricoltura, azzerando le già ridotte possibilità di guadagno, c’è un settore dove tutto sembra filare liscio come l’olio. Ed è quello dei funghi. Boom fuoristagione di molte varietà.

In questa pazza estate, con il maltempo che imperversa su turismo e agricoltura, azzerando le già ridotte possibilità di guadagno, c’è un settore dove tutto sembra filare liscio come l’olio. Ed è quello dei funghi. Boom fuoristagione di molte varietà, tanto che la concorrenza a caccia dell’ultimo porcino si sta facendo spietata.

Colpa della crisi: sono cassaintegrati e disoccupati infatti i nuovi cercatori, a danno dei più tradizionali pensionati e degli appassionati, ma con poco tempo libero.

Succede a Brescia dove i commercianti, sul piede di guerra, segnalano la «presenza di cercatori, abusivi e non, che alimentano il mercato, in alcuni casi anche illegalmente», ma anche in Bergamasca il fenomeno esiste.

«È un fenomeno che già conosciamo e purtroppo quest’anno è decisamente in aumento, considerato la crisi delle nostre imprese - sottolinea Damiano Bettoni, della segreteria Uilm-Uil di Bergamo e da sempre appassionato cercatore di funghi –: gli operai non ce la fanno più a tirare avanti con gli 800 euro della Cassa o della mobilità e allora si ingegnano, trasformando la loro passione in una piccola attività. Certo, il sindacato li invita a rispettare la normativa, quindi a non superare la raccolta dei due chili giornalieri, a munirsi di apposito tesserino (è di questi giorni poi, la polemica sul balzello di 6 euro giornalieri per chi raccoglie i funghi in Val di Scalve) e soprattutto a vendere rigorosamente ai negozianti.

Per due motivi: non c’è il rischio di alimentare il nero e i funghi sono maggiormente controllati».

«Meglio però che i nostri cassaintegrati - conclude Bettoni – trascorrano le loro giornate in montagna che è tutta salute, piuttosto che sdraiati sul divano davanti al televisore o, peggio ancora, davanti a qualche slot, mangiandosi quel poco che arriva in casa».

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