Licenziamenti sopra i 15 dipendenti
In 5 mesi 1.376 hanno perso il posto

Dall’inizio dell’anno sono 1.376 i lavoratori con contratti a tempo indeterminato che hanno perso il loro posto in aziende medio-grandi della provincia di Bergamo (con più di 15 dipendenti).

Dall’inizio dell’anno sono 1.376 i lavoratori con contratti a tempo indeterminato che hanno perso il loro posto in aziende medio-grandi della provincia di Bergamo (con più di 15 dipendenti): la lista di mobilità validata (la quinta dall’inizio del 2014) dalla Sottocommissione Provinciale per gli ammortizzatori sociali conteneva 244 nomi.

«Con questi ultimi lavoratori, la cifra totale di 1.376 fa registrare un 27.92% in meno (-533 lavoratori) rispetto al 2013, quando nello stesso periodo di riferimento erano stati 1.909 i licenziamenti registrati - ha detto Fulvio Bolis della segreteria provinciale della Cgil -. È un buon segno, ma è importante guardare l’andamento dell’occupazione basandosi su un periodo più ampio: è andata meglio rispetto al 2013, ma si tenga conto che nel 2012 e nel 2011 i licenziamenti in aziende medio-grandi – sempre fra gennaio e maggio – erano stati, rispettivamente, 1.127 e 1.173. Inoltre una valutazione della situazione occupazionale dei primi mesi del 2014 risulterebbe incompleta anche perché, tra l’altro, non ci è ancora stato fornito dalla Provincia il dato relativo ai licenziamenti nelle piccole aziende (fino a 15 dipendenti)».

Rispetto ai settori più colpiti, dai dati odierni escono confermate le difficoltà del comparto manifatturiero che registra, fra meccanica, industria tessile e edilizia circa il 70% dei licenziamenti totali. Nel settore del commercio si registra, poi, un preoccupante 13% sul totale delle mobilità.

«Dunque da gennaio a oggi, in media, abbiamo avuto una perdita di 275 posti di lavoro a tempo indeterminato al mese, dato davvero per nulla positivo, pur tenendo presente il miglioramento rispetto al 2013 - conclude Bolis -. Nelle ultime settimane sono stati diversi gli aggiornamenti statistici sull’andamento della disoccupazione, della crescita e dell’inflazione in Italia e in Europa: lo scenario che emerge è preoccupante. Anche nella nostra provincia, nonostante percentuali migliori in tema di disoccupazione, continuano ad essere necessari investimenti per creare nuovi posti di lavoro: solo così potremmo pensare di riuscire a far riprendere, finalmente, l’occupazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA