Panettieri, ricambio a rischio: lavorare di notte non paga più

ASPAN. Una decina di esercizi hanno chiuso per motivi economici. L’appello: «Ripensare ai turni al forno con orari diurni per attrarre i giovani».

La ricetta per il pane del futuro? Acqua, farina, sale, lievito ma anche, come ingrediente indispensabile, tanti giovani che imparino il mestiere, da ricalibrare su orari più umani. Riparte dall’assemblea generale dei soci, ospitata dalla Fondazione Isb di Torre Boldone, una delle scuole di panificazione sul territorio, il lavoro dell’Aspan, l’associazione che raggruppa i panificatori bergamaschi. Una delle emergenze da affrontare è proprio la mancanza di nuove leve che contribuiscano al ricambio generazionale: nell’ultimo anno si è assistito, anche per motivazioni economiche, alla chiusura di una decina di panifici e si fa veramente fatica a trovare giovani disposti a lavorare nel settore.

I dati

«In provincia sono attive 400 attività, il 70 % delle quali associate ad Aspan – esordisce il presidente Massimo Ferrandi ripercorrendo gli ultimi mesi -. Ci ritroviamo ad un anno di distanza e nel frattempo è cambiato il mondo. Abbiamo deciso di ritrovarci in una delle scuole di panificazione provinciali, per sottolineare l’importanza di queste strutture per il settore. Qui nasce il nostro futuro, quello delle aziende e dell’associazione».

L’importanza della formazione

La formazione professionale vede coinvolti e partecipi in prima persona i panificatori, in qualità di docenti impegnati nella didattica. «Con sacrificio e abnegazione i colleghi si ritagliano del tempo dal loro lavoro per dedicarsi all’istruzione dei futuri panificatori – prosegue Ferrandi -. Ribadisco l’importanza strategica delle scuole professionali: ogni ragazza e ragazzo che esce da queste aule e laboratori è il professionista del domani che, con tempo, impegno e coraggio, diventerà un nuovo imprenditore dell’arte bianca. L’invito è stare vicini ai ragazzi quando si avvicinano come stagisti, per supportarli nella crescita grazie ad esperienza e passione per l’arte di cui tutti i panificatori sono maestri».

In Bergamasca ci sono sei centri di formazione «ai quali va il nostro ringraziamento, così come non ci dimentichiamo di rivolgere un sincero apprezzamento per quanti si impegnano nella veste di docenti – aggiunge Ferrandi, che fornisce la sua ricetta per attrarre i giovani -. Se vogliamo far innamorare i giovani e le donne del nostro mestiere, occorre ripensare le fasi della produzione avvicinandole ad orari diurni anche con l’aiuto della tecnologia, per spostare il lavoro sempre più durante le ore di luce; beneficeremmo anche noi di ritmi più consoni all’essere umano. Nel frattempo la nostra associazione propone formazione in azienda e corsi per titolari e collaboratori – conclude il presidente di Aspan, affiancato dal direttore Roberto Alvaro -, ma offriamo anche servizi come paghe, contabilità, calcolo del credito d’imposta sulla spesa di energia elettrica e di gas metano, oltre a convenzioni in modo da agevolare il lavoro dei nostri soci duramente colpiti da pandemia, guerra e inflazione».

Il nuovo consiglio direttivo, che nei prossimi giorni eleggerà il presidente (Ferrandi ha confermato la disponibilità per un altro mandato), è sceso da 11 a 9 consiglieri con le riconferme dello stesso Ferrandi, Andrea Suardelli, Francesco Casati, Ivan Morosini, Ettore Gipponi e Patrizio Zaninoni, oltre alle new entry Matteo Gabbiadini, Silvio Recanati e Flavio Ianniello.

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