Pitti continua fino a venerdì
I bergamaschi pensano agli Usa

Un clima frizzante quello che si respira al Pitti, a Firenze fino a domani, con l’entusiasmo di un comparto che vuole vedere la fine della crisi e che guarda agli Stati Uniti come mercato di riferimento. Un progetto che stanno realizzando o su cui puntano molti dei bergamaschi presenti alla manifestazione.

Chi lavora già parecchio con gli Usa è il Calzificio Bresciani di Spirano: «Resta il nostro mercato principale, con circa duecento clienti – commenta Massimiliano Bresciani -. Ma anche la situazione in Russia si sta stabilizzando». Questo con una prodotto sartoriale e sempre mirato al lusso, tra calze di seta, cotoni pregiati e cachemire e seta. A studiarne lo stile è Fabio Bresciani: «Nuova la calza con l’Arcimboldo», commenta. E poi righe parallele, zig zag spezzati e una calza dedicata a La belle Ferronière di Leonardo.

Ha avviato una collaborazione con un nuovo agente sull’America Mazzoleni Gloves che già da anni è posizionato da Barneys a New York. Da Mozzo guanti sartoriali dalle lavorazioni extra lusso – «molti dei quali tagliati e cuciti ancora a mano», commenta il titolare Luigi Mazzoleni - tra coccodrillo e pelliccia di volpe. «Corea e Cina i clienti top, ora puntiamo su tutto il Nord America», continua Mazzoleni, la cui azienda chiuderà l’anno con un +10% e una curiosità: i guanti «touch screen», da usare anche con i tablet.

Guarda all’America anche Scaglione di Bergamo. Ridotta la produzione conto terzi, l’attenzione è rivolta «alla nostra linea per il 30% direttamente realizzata in casa - spiega Giovanni Scaglione : «il made in Italy è una condizione imprescindibile per la nostra qualità, inoltre stiamo spingendo verso un’internazionalizzazione commerciale». E se il 30% dei clienti sono italiani, grazie anche ai due negozi di Milano, c’è un buon 70% di Nord Europa e Giappone. «Con una maglieria all’insegna della leggerezza e del colore. Proprio per sviluppare la produzione e coprire tutte le lavorazioni e finezze della maglia abbiamo effettuato un investimento in macchinari». Superati i 3 milioni di fatturato, ora due progetti: «Rafforzare la rete distributiva, ma anche pensare a una nuova apertura monomarca». Forse ancora su Milano.

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