Social Card, diritto inutilizzabile:
impossibile presentare la domanda

Il diritto c’è, ma per il momento è impossibile esigerlo. Già da due mesi con la Legge di Stabilità 2014 è stata sancita anche per alcune categorie di cittadini stranieri indigenti la possibilità di richiedere la cosiddetta Carta acquisti ordinaria, conosciuta anche come Social Card.

Il diritto c’è, ma per il momento è impossibile esigerlo. Già da due mesi con la Legge di Stabilità 2014 è stata sancita anche per alcune categorie di cittadini stranieri indigenti la possibilità di richiedere la cosiddetta Carta acquisti ordinaria, conosciuta anche come Social Card.

Si tratta di un aiuto economico di 40 euro al mese destinato a cittadini comunitari, familiari di cittadini italiani e comunitari o titolari di permessi di lungo periodo (CE) residenti in Italia che versino in difficili condizioni economiche e abbiano almeno un figlio di età inferiore ai 3 anni oppure abbiano più di 65 anni.

Come emerso da diverse segnalazioni giunte nelle sedi della Cgil, però, è ancora impossibile presentare la domanda per usufruire della Carta acquisti perché Poste Italiane non ha ancora provveduto ad aggiornare i programmi informatizzati utili alla richiesta.

Così la Cgil provinciale, insieme ad Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, e alla cooperativa Ruah, venerdì scorso, 21 febbraio, ha presentato ufficialmente un ricorso al Tribunale di Bergamo sul caso specifico di una mamma straniera a cui non è stato permesso di presentare la domanda.

«Con il ricorso abbiamo chiesto l’accertamento del carattere discriminatorio della grave negligenza delle amministrazioni coinvolte e l’immediata rimozione degli ostacoli burocratici per l’accesso ad una prestazione minima ma essenziale per la tutela di soggetti fragili», ha spiegato Annalisa Colombo, responsabile dell’Ufficio Migranti della Cgil di Bergamo.

«Nel modulo informatizzato che va compilato, infatti, si prevede per errore il criterio della cittadinanza italiana: dunque Poste Italiane non ha ancora aggiornato il sistema informatico, come del resto non hanno fatto i siti internet istituzionali di Inps, Ministero del lavoro, Ministero dell’Economia e delle finanze. Non solo gli aggiornamenti non sono stati svolti, ma da contatti diretti che abbiamo avuto con la direzione provinciale di Poste Italiane a Bergamo ci è stata chiaramente manifestata l’indisponibilità assoluta anche solo a tenere in sospeso le domande».

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