Trend negativo per i pagamenti
Ma Bergamo tra le più puntuali

Nei primi mesi del 2013 in Italia si conferma il trend negativo dei pagamenti commerciali: migliorano leggermente i buoni pagatori ma, al contempo, continua ad aumentare il numero di imprese che saldano le fatture con ritardi superiori ai 30 giorni. Bergamo si distingue comunque in positivo.

Nei primi mesi del 2013 in Italia si conferma il trend negativo dei pagamenti commerciali: migliorano leggermente i buoni pagatori ma, al contempo, continua ad aumentare il numero di imprese che saldano le fatture con ritardi superiori ai 30 giorni.

All’interno di questo scenario Bergamo si distingue in positivo.

Con il 56,2% di imprese puntuali nei pagamenti, dati aggiornati al 30 settembre 2013, è la seconda provincia più puntuale in Lombardia e tra le prime in Italia (la media italiana è solo del 39,6%). Entrando nel dettaglio dei tempi con cui le imprese saldano i fornitori, il 36,7% regola i conti entro un mese di ritardo, il 3,3% tra i 30 e i 60 giorni, l’1,9% tra i 60 e i 90 giorni, l’1,1% tra i 90 e i 120 giorni. Solamente lo 0,8% oltre il limite dei 4 mesi.

È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2013 di CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese di Bergamo nel terzo trimestre 2013.

In fatto di puntualità il primato va Sondrio (65,4%) poi Bergamo (56,2%) e Brescia (55,8%). A seguire, Mantova (55,1%), Lecco (53%), Cremona (51,8%), Como (51,3%), Varese (47,2%), Pavia (44,8%), Lodi (44,4%), Monza e Brianza (43,8%). Maglia nera Milano con solo il 37,5% di pagamenti puntuali.

A settembre 2013 invece la Lombardia esibisce performance di pagamento migliori rispetto alla media italiana e si posiziona al quarto posto nel Paese (meglio hanno fatto solo Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto) in fatto di puntualità. I pagamenti puntuali in Regione coinvolgono il 46,9% delle imprese, contro una media nazionale del 39,6%.

Questo significa, però che il 53% delle imprese, cioè oltre una su due, paga in ritardo, e più precisamente: il 43,6% salda con un ritardo entro i 30 giorni, il 4,1% tra i 30 e i 60 giorni, il 2,6% tra i 60 e i 90 giorni, l’1,7% tra i 90 e i 120 giorni. L’1,1% oltre il termine grave dei 120 giorni, contro una media del Nord Ovest dell’1,2% e quella italiana del 2%. Analizzando le variazioni intercorse dal 2010 ad oggi, si osserva che i pagamenti alla scadenza sono aumentati di 20,6 punti percentuali; dato preoccupante, invece, quello dei ritardi «Over 30 days» che hanno registrato una variazione del 216,7%.

Analizzando invece i comportamenti di pagamento per dimensione aziendale, le micro si confermano le più virtuose con il 52,3% di pagamenti puntuali, seguite dalle piccole, puntuali del 39,8% dei casi, e dalle medie, con il 26,3%. Le grandi imprese mostrano la performance peggiore: solo il 15,9% del totale salda i propri fornitori entro i termini concordati.

A livello settoriale, lo scenario lombardo appare piuttosto simile alle dinamiche nazionali: i comparti «Trasporti e distribuzione» e il «Commercio al Dettaglio» mostrano una quota inferiore di imprese che pagano puntuali (con percentuali rispettivamente pari al 42,9% e 38,8%). I settori più virtuosi sono invece l’agricoltura, foreste, caccia e pesca (57,6%) e l’edilizia (54,3%).

«Nel nostro Studio abbiamo registrato delle dinamiche che in questi ultimi anni hanno caratterizzato in modo significativo la vita delle imprese - commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B -. Prima di tutto continua il processo di istituzionalizzazione dei ritardi nei pagamenti commerciali, cioè la trasformazione dei ritardi in termini contrattuali: le imprese non vogliono perdere clienti e fatturato e quindi concedono qualcosa nei termini di pagamento».

«Secondariamente alcune imprese non riescono più a stare sul mercato e ritardano oltre modo il saldo delle fatture. Basti pensare che in Lombardia dall’inizio del 2013 hanno dichiarato fallimento ben 2.223 imprese, con una quota superiore al 22% del totale dei casi registrati in Italia nel periodo di rilevazione. Dal 2009 ad oggi sono invece stati ben 12.124 i fallimenti nell’area in questione. Nonostante alcuni segnali di timido miglioramento non bisogna dunque abbassare la guardia in quanto rimane ancora rilevante il numero di imprese che non onorano gli impegni entro i termini contrattuali».

«Negli ultimi anni però le imprese italiane hanno messo sempre più la gestione dei pagamenti al centro della propria gestione finanziaria - conclude Preti - e hanno investito in strumenti come quelli messi a disposizione da CRIBIS D&B, che consentono di intercettare tempestivamente i segnali deboli di deterioramento dell’affidabilità dei propri partner, di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire in modo efficace con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa. Un’operazione, questa, non a costo zero ma che riteniamo potrà portare benefici concreti anche dopo la fine della crisi».

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