Allarme degli 007
Pericolo razzismo

Lo si capiva leggendo di episodi inquietanti sui giornali delle ultime settimane. Ma ora c’è una conferma ufficiale. Esiste il rischio concreto che in vista delle elezioni europee in programma a maggio possano aumentare gli episodi di intolleranza nei confronti degli stranieri. L’allarme non arriva da un’inchiesta giornalistica o da un istituto di sondaggi, ma nientedimeno che dai servizi segreti italiani. Nel report consegnata al Parlamento ieri, questi ricordano che già si sono registrati comportamenti «marcatamente razzisti e xenofobi» da parte

di formazioni di estrema destra, oltre che «episodi di stampo squadrista». Nell’analizzare il «dinamismo» della destra radicale, gli 007 del nostro Paese parlano di una «pronunciata vitalità» di queste formazioni, che per inserirsi nel tessuto sociale hanno fatto leva su una serie di iniziative propagandistiche e di protesta, in particolare nelle periferie urbane, dove la «guerra tra poveri» è conclamata. Iniziative tutte incentrate «sull’opposizione alle politiche migratorie» nell’ambito di una mobilitazione più ampia che ha riguardato i temi della sicurezza, del lavoro, della casa.

Sono le grandi periferie urbane il brodo di coltura del razzismo, che nasce dall’illusione che sia «il diverso» ad essere la ragione della propria miseria, del proprio disagio sociale. Non solo, nelle periferie urbane lo «scontro sociale» è più marcato, perché il problema dell’immigrazione lo si vive tutti i giorni e la sfida dell’integrazione è davvero una sfida chi arriva fino al pianerottolo. È troppo facile snobbare questi problemi quando si abita nel centro storico. È nelle «banlieue» nostrane, come Tor Vergata, che nascono i problemi e si insinua, spesso strumentalizzato, il germe del razzismo, accresciuto dalle formazioni di estrema destra, che portano avanti un’azione di disinformazione proprio in queste aree.

In questa azione gli 007 intravedono dei grossi rischi. «Tale attivismo, di impronta marcatamente razzista e xenofoba - scrivono infatti nella relazione - si è accompagnato a una narrazione dagli accenti di forte intolleranza nei confronti degli stranieri che potrebbe aver concorso ad ispirare taluni episodi di stampo squadrista, oltre che gesti di natura emulativa, e potrebbe conoscere un inasprimento con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale europeo». Questo genere di fenomeno parte spesso dal Web. Le campagne di disinformazione, attuate prevalentemente tramite l’uso dei social network, si legge nel report, «rappresentano uno degli strumenti attraverso cui attori ostili tentano di orientare l’opinione pubblica, interferendo finanche con processi fondamentali per la vita democratica, come le elezioni».

Che succede se questo genere di protesta cibernetica finisce per attecchire nelle piazze, come è avvenuto per alcuni settori dell’area dei gilet gialli francesi? Proprio per questo le nostre «barbe finte» sono in allarme e lo segnalano al Parlamento. In campo terroristico vi è poi la minaccia jihadista, a cominciare dall’Isis, che non ha conosciuto flessioni, come dimostrano «le numerose allerte su pianificazioni terroristiche da realizzare contro obiettivi occidentali». E molta attenzione è dedicata ai «foreign fighter», cosiddetti «radicalizzati in casa», poi partiti per la Siria o l’Iraq, a vario titolo collegati con l’Italia, che potrebbero naturalmente tornare nel loro Paese di provenienza: sono 138. Ben 138 mine vaganti.

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