Morto a 21 anni mentre consegna le lettere in moto, la Cgil: «Basta vittime sul lavoro, anche alle Poste»

La Cgil Bergamo «L’ennesima giovane vittima sul lavoro - sottolineano - non può e non ci deve lasciare indifferenti».

«Basta vittime sul lavoro, anche in Poste ci dobbiamo fare carico di eliminare gli infortuni e le tragedie». Lo affermano il segretario della Slc-Cgil della Lombardia Francesco Sole, Maria Adobati della Slc di Bergamo e Angelo Chiari, responsabile sicurezza della Cgil di Bergamo all’indomani della morte di un ragazzo di 21 mentre svolgeva il proprio lavoro di portalettere tra i comuni di Brusaporto e Albano Sant’Alessandro in provincia di Bergamo.

«L’ennesima giovane vittima sul lavoro - sottolineano - non può e non ci deve lasciare indifferenti. Spesso in un’azienda come Poste Italiane i precari, e non solo, sono sistematicamente sotto pressione e sempre sul limite del rispetto delle regole, pur di assicurare tempi e quantità nella consegna della corrispondenza». «La Slc-Cgil - proseguono - è anni che sostiene la necessità di garantire modalità di lavoro che non mettano a rischio i dipendenti, specie nel recapito, richiamando la Società ed anche i lavoratori al rispetto rigido delle norme di sicurezza».

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Il Sindacato inoltre «sta chiedendo da anni il riconoscimento quale lavoro usurante della mansione di portalettere, esposto costantemente ai rischi della viabilità, della qualità dei mezzi meccanici, alle intemperie e ad un ciclo di lavoro spesso soffocante». «Purtroppo poi - evidenziano - troppo frequentemente, questo tipo di incidenti non vengono considerati morti sul lavoro, con tutte le garanzie del caso, ma vittime incidenti stradali. È un fatto anomalo, visto che il tragitto della consegna della posta è parte assolutamente integrante della routine lavorativa».

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«Sono solo alcune considerazioni - concludono - che non cancellano il dramma della morte di Francesco, collega e portalettere di Brusaporto, dei suoi familiari e di tutta la comunità del suo paese, al quale ci stringiamo con affetto e mettendo a disposizione la nostra azione sindacale perché quanto accaduto non abbia mai più a ripetersi».

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