Il dolore del papà del 12enne annegato
«Non rivedremo più Richmond»

Grande dolore per la famiglia del 12enne morto annegato nel Brembo nel pomeriggio di martedì 11 agosto.

Richmond Amoa, 12 anni, frequentava la scuola media di Ponte San Pietro, dove abitava con la famiglia in un appartamento al secondo piano di uno stabile in via Piave, al numero 10 (vicino alla biblioteca comunale del paese) con papà Frank Manu, operaio di 46 anni, mamma Elizabeth di 40, il fratello maggiore di 16 anni, studente, e la sorellina più piccola, di 7 anni.

Era proprio lei, martedì sera 11 agosto, a consolare la disperazione del papà, che non sa rassegnarsi alla perdita di Richmond. Vuole sapere cos’è accaduto a suo figlio, perché una tale tragedia ha sconvolto la sua famiglia. Famiglia originaria di una cittadina vicino ad Accra, in Ghana: mamma, papà e i figli sono cristiani e abitano da tanti anni in Italia. Richmond è nato a Bergamo, così come l’ultimogenita. La bimba che traduce il dolore del papà e dice sottovoce: «Piange e dice che non vedremo più il nostro Richmond. Perché è successo? Questo si chiede il mio papà».

La piccola si avvicina alla mamma che non riesce a trattenere le lacrime e la abbraccia. Nell’appartamento dei Manu arrivano tanti amici per dare un po’ di sollievo a questa famiglia colpita da un grande dolore, la perdita improvvisa del loro giovane figlio. «La salma di Richmond è rimasta in ospedale a disposizione dell’autorità giudiziaria» sussurra Frank.

«Abbiamo tristemente appreso della tragedia che ha colpito la famiglia di Richmond Amoa Manu – dice il sindaco di Ponte San Pietro, Marzio Zirafa –. Mi unisco al dolore dei familiari del ragazzo a nome di tutta la cittadinanza - sottolinea il primo cittadino -, esprimendo la nostra vicinanza con il pensiero, l’affetto e la preghiera».

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