Bergamo in Guardian

di Roberto Belingheri

Ullalà, dev’essere successa grossa se da Roma scomodano un’inviata di grido venire fino a Bergamo e confezionare un servizione. I forconi che da un mese protestano? Macché. Migliaia di pendolari bloccati per una linea ferroviaria da terzo mondo? Non scherziamo.

Ullalà, dev’essere successa grossa se da Roma scomodano un’inviata di grido venire fino a Bergamo e confezionare un servizione. I forconi che da un mese protestano? Macché. Migliaia di pendolari bloccati per una linea ferroviaria da terzo mondo? Non scherziamo. No: La7 ti manda su l’inviata per il caso Guardian. Sentiamo. Racconterà che è incredibile che una tifoseria ne combini di cotte e di crude al punto da finire nelle colonne del Guardian. No: racconta con meraviglia la reazione di un quotidiano, il nostro, di fronte al fatto che il Guardian si occupi dell’Atalanta una volta nella vita, raccontando quasi esclusivamente le «perle» della tifoseria. Parla il sindaco, che ironizza sul Guardian. Parlano due tifosi, uno che più o meno difende, l’altra che attacca gli ultrà. Poi parla il massimo esperto – nonché indagato – in materia, Daniele Belotti. Il cui problema è L’Eco di Bergamo, of course. Che avrebbe sbagliato il tiro prendendosela con il Guardian perché l’articolo raccontava il mondo dei tifosi, quindi bene hanno fatto a dipingerli per quel che sono. Per carità. Il problema è che il servizio mescolava anche tratti e nomi della storia dell’Atalanta, senza però raccontare quisquilie come una Coppa Italia vinta, una semifinale di Coppa delle Coppe raggiunta con la squadra in serie B. Sorry, ma da atalantini abbiamo osato ricordarlo ai signori del Guardian, e l’avremmo svelato anche all’inviata de La 7 se solo avesse trovato la via della redazione. Perché di quei risultati andiamo orgogliosi e mai accetteremo tacendo che la città finisca in prima pagina solo per l’assedio a Maroni, per il tombino, per un’inchiesta penale unica in Italia.

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