Un'eliminazione raccapricciante
L'Italia subito fuori dal Mondiale

È stata un'eliminazione raccapricciante. L'Italia campione del mondo fuori nel primo turno dai Mondiali sudafricani pur avendo giocando in un girone con Paraguay (squadra in 31ª posizione nel ranking Fifa), Slovacchia (34ª) e Nuova Zelanda (addirittura 78ª).

Inutile recriminare, nel decisivo ko per 3-2 contro la Slovacchia, sul gol-non gol di Quagliarella, sulla segnatura annullata allo stesso attaccante napoletano per un dubbio fuorigioco e su mezz'ora della ripresa disputata con coraggio, cuore e un gioco d'attacco finalmente efficace. La squadra azzurra si è congedata con due punticini in tre match (ultima posizione nel girone!), quattro reti segnate, di cui due nel forcing della disperazione, e cinque subìte.

L'Italia, che avrebbe potuto anche pareggiare per superare il turno, è affondata miseramente. E con lui il commissario tecnico Marcello Lippi. L'allenatore azzurro aveva realizzato un capolavoro formidabile nel trionfo di Berlino 2006 e ha di conseguenza goduto, anche giustamente, di un credito illimitato.

Ma le crepe della vigilia si sono trasformate in voragini. Così ai Mondiali siamo stati condannati dai continui cambiamenti di moduli, da un gioco senza idee, causato da una caratura tecnica scadente e dalla scarsa fantasia, da attacco inoffensivo e da una difesa costantemente in affanno. E da carenze psicologiche lampanti. Del resto, il ct si è affidato all'ossatura della Juventus, reduce da uno dei campionati più sciagurati della sua storia.

È pur vero che l'Inter dominatrice in Italia e in Europa non aveva praticamente un azzurro in squadra (se si eccettua Balotelli...), ma Lippi avrebbe dovuto ricorrere meno al blocco juventino e convocare almeno un paio di giocatori (tra Totti, Cassano e Balotelli) in grado con la loro classe di poter mascherare le lacune strutturali, naturalmente non tutte imputabili a Lippi. Perché in diversi ruoli (in primis in difesa e sulle fasce) il calcio italiano in effetti non offre granché. 

Ecco perché si doveva puntare sui fuoriclasse rimasti a casa e rinunciare a qualche onesto lavoratore del pallone. Anche in chiave bergamasca è stato un Italia-Slovacchia da dimenticare. Il portiere Marchetti, ex AlbinoLeffe, non è stato irreprensibile, il bergamasco Montolivo - peraltro positivo nelle prime due giornate - è stato sostituito e l'ex atalantino Pazzini non è stato impiegato da Lippi.

Era dal 1974 che l'Italia non era eliminata al primo turno (ma quella volta si scontrò con avversari più agguerriti). L'era Lippi si è esaurita ingloriosamente, spazio a Prandelli che dovrà ricostruire praticamente da zero.
 Marco Sanfilippo


© RIPRODUZIONE RISERVATA