Scommesse, Santoni nega tutto:
quei 40 mila € servivano ad altro

«Santoni non ha mai organizzato combine, né lui né persone vicine a lui». Con queste parole l'avvocato Filippo Dinacci, difensore del preparatore dei portieri del Ravenna, ha riassunto quasi tre ore di interrogatorio davanti alla procura federale della Figc.

«Santoni non ha mai organizzato combine, né lui né persone vicine a lui». Con queste parole l'avvocato Filippo Dinacci, difensore del preparatore dei portieri del Ravenna, ha riassunto quasi tre ore di interrogatorio davanti alla procura federale della Figc. Poche parole ma significative, che suonano come un punto a favore per Doni, certamente uno degli uomini più vicini a Santoni.

Resta però da chiarire quello scambio di 40 mila euro avvenuto il 19 marzo - giorno di Atalanta-Piacenza 3-0 - tra Santoni e Gianfranco Parlato al casello di Parma. Incontro che è provato dall'accertamento sulle celle telefoniche, che colloca il cellulare di Parlato in una strada vicina all'uscita della A1 mentre chiama il numero di Santoni.

Secondo le accuse, quei soldi arrivavano dall'Atalanta ed erano destinati a Carlo Gervasoni per pagare i giocatori del Piacenza. Nell'interrogatorio di venerdì Santoni ha confermato il passaggio di denaro, ma «si è trattato di una somma più piccola e per altri scopi che il mio assistito ha spiegato», ha aggiunto l'avvocato.

Quanto agli accertamenti sul telefonino e il computer sequestrati a Santoni «non ci sono stati sottoposti», ma sono attesi a breve a Cremona. Di più il legale non può dire, i verbali degli interrogatori non vengono consegnati ai difensori e dagli uffici di via Po il riserbo è assoluto.

Ma è facile pensare che a Santoni sia stato chiesto dei suoi rapporti con Doni, visto che Erodiani, Parlato e Buffone lo citano più volte come il tramite tra il capitano dell'Atalanta e gli scommettitori. Che l'audizione non sia stata proprio una passeggiata lo dimostra il fatto che al termine dell'interrogatorio (iniziato alle 15.20 e finito alle 18) Santoni e i suoi legali si sono fatti venire a prendere da un taxi all'interno della Federcalcio e si sono dileguati.

Più o meno lo stesso atteggiamento di Carlo Gervasoni, giocatore del Piacenza, e dei suoi avvocati. Dopo due ore di interrogatorio è salito in auto senza parlare. «È andata bene. Ci siamo presentati e abbiamo risposto a tutte le domande» è stato l'unico commento del suo legale Filippo Andreussi.

Con l'interrogatorio a Bari dell'ex giocatore Antonio Bellavista si chiude sabato a quota 23 audizioni la prima settimana del calcioscommesse alla procura federale. Le persone da sentire però sono ancora molte, primo tra tutti Doni, il 15 luglio: sembra probabile che la giustizia sportiva non riuscirà a fare i deferimenti e chiudere i processi in tempo per la compilazione dei calendari. Il rischio è che vengano stilati comunque e che le eventuali penalizzazioni arrivino a stagione già iniziata. L'Atalanta resterebbe in serie A ma con la spada di damocle di una penalizzazione a campionato in corso.

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