Polito e quel rigore parato a Doni
«Voglio restar qui il più possibile»

Da prima della sfida contro il Novara l'Atalanta ha un nuovo portiere, il terzo. Il suo nome è Ciro Polito, 32 enne napoletano, che in carriera ha vestito le maglie di Catania in A, Grosseto, Pescara e Salernitana in B.

Da prima della sfida contro il Novara l'Atalanta ha un nuovo portiere, il terzo. Il suo nome è Ciro Polito, 32 enne napoletano, che in carriera ha vestito le maglie di Catania in A, Grosseto, Pescara e Salernitana in B.

Proprio Salerno è stata la sua ultima piazza, con la società prima retrocessa nel 2010 e l'anno dopo fallita, con il nuovo portiere atalantino fuori rosa. Polito ha così visto l'arrivo a Bergamo come un'ancora di salvezza, un'occasione per rientrare ne giro che conta.

«Il direttore ha voluto avere tre portieri in rosa e ha pensato a me - ha affermato -. Mi ha spesso fatto i complimenti da avversario. Ero svincolato e ha colto l'occasione per farmi far parte di questa rosa. Ringrazio la società per la stima che ha avuto nei miei confronti. È un momento bellissimo per la squadra e speriamo che duri più a lungo possibile. Dobbiamo stare con i piedi per terra e non dovremo abbatterci quando arriveranno risultati peggiori. Ho l'ambizione di rimanere più a lungo possibile. Ho il contratto fino alla fine dell'anno: devo solo fare quello che ho sempre fatto. Consigli è giovane: starà a me e a Frezzolini farlo stare tranquillo, perché il posto è suo».

La carriera di Polito ha toccato l'apice con Zenga a Catania dal 2006 al 2008, prima di precipitare con il fallimento della Salernitana al termine della passata stagione. «Il calcio ti riserva sorprese, anche in bene, dato che ero fuori dal giro. Ho deciso di sposare il progetto della Salernitana, ma è stata la mia rovina in tutti i sensi. Come immagine mi hanno distrutto. In A ho giocato con il Catania di Zenga, poi ci fu un diverbio proprio con lui e accettati di andare a Grosseto. Decisi di andare a Salerno, ma non ero contento: c'è stata prima la retrocessione e poi il fallimento. Rimasi in Lega Pro per vincere, poi a gennaio fui messo fuori squadra perché vollero sfoltire la rosa perché i costi erano alti. Dopo Salerno non volevo situazioni complicate: è brutto non sapere se si riceve lo stipendio. Ho deciso di accettare solo situazioni e progetti certi, come è successo con l'Atalanta».

Durante l'estate però il terzo portiere atalantino ha sempre avuto modo di tenersi allenato, sollecitato anche dall'impegno con la sua scuola calcio napoletana, un progetto che lo inorgoglisce. «In estate sono in Sicilia e ho fatto il ritiro a Catania con il Milazzo. A Napoli mi sono allenato con un allenatore che sta nello staff dell'allenatore Marino che adesso è senza squadra. Mi sono allenato fino alla mattina in cui sono venuto qua. Ho una scuola calcio, che prende il mio nome, nel quartiere dell'Arenaccia a Napoli. Ci sono circa 120 ragazzi dai 5 ai 15 anni e quando sono stato avvisato dell'interessamento dell'Atalanta stavo proprio lavorando con loro. Insegno ai bambini che il calcio deve essere un gioco e la famiglia non deve vedere il proprio ragazzo come un futuro professionista».

Polito e Bergamo, prima rivali ora insieme. Perché? Cristiano Doni, grande uomo penalty, si fece neutralizzare proprio da Polito un calcio di rigore in un Atalanta-Catania del 2007/2008. Il numero 27 atalntino quell'episodio non l'ha scordato, come conferma Polito. «Sono stato uno dei pochi fortunati a parargli un rigore: all'andata lo sbagliò e al ritorno glielo parai. Appena arrivato ho trovato Consigli e Doni. Il primo ha detto al secondo: "Guarda chi è arrivato". La risposta di Doni è stata: "Me lo ricordo bene". Sono arrivato in una società organizzata: qui devi solo giocare a calcio e non ti manca niente. È il contrario di quanto ho sperimentato nella scorsa stagione, in cui non sapevo nemmeno dove mi sarei dovuto allenare. Ho trovato un gruppo che gioca, scherza e ride: è una società in rilancio che ha tutto per fare bene».

Simone Masper

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