Mondonico: «Questa Atalanta
più concreta e quadrata della mia»

Emiliano Mondonico, che domenica era stato testimonial dell'Airc nella lotta contro il cancro a «Domenica In», mercoledì 16 novembre è stato in visita all' AlbinoLeffe pranzando con il presidente Andreoletti e l'allenatore Fortunato e assistendo all'allenamento.

Emiliano Mondonico, che domenica era stato testimonial dell'Airc nella lotta contro il cancro a «Domenica In», mercoledì 16 novembre è stato in visita all'AlbinoLeffe pranzando con il presidente Andreoletti e l'allenatore Fortunato e assistendo a uno spezzone dell'allenamento dei seriani a Verdello.

Il «Mondo» si è intrattenuto con i cronisti spaziando su vari argomenti calcistici. Ecco una sintesi delle sue dichiarazioni dando la precedenza alle valutazioni sull'Atalanta. «Giusto che il presidente Percassi e l'allenatore Colantuono parlino solo di salvezza. Anche quando la mia Atalanta andava bene e centrò l'Europa, non ci si sbilanciava mai. Se si parla apertamente di qualificazione alle Coppe europee si rischia di mettere a repentaglio anche la salvezza».

«Rispetto alla mia, che era più fantasiosa, questa Atalanta è più concreta e quadrata. Non ha fenomeni in squadra, ma ci sono tutti giocatori molto funzionali che offrono sempre un rendimento positivo. Denis? È la dimostrazione di come il calcio di provincia abbia il potere di rivitalizzare i giocatori. Moralez? Lui appartiente a quella categoria di calciatori, come Giovinvo, che deve giocare a un ritmo superiore per incidere. Vedremo quale sarà il suo rendimento nelle prossime partite, ma ora abbiamo qualche certezza in più».

Sull'AlbinoLeffe: «Direi che da qualche partita l'AlbinoLeffe si è messo a fare di nuovo quello che era abile a fare e i risultati sono arrivati. Il calcio è semplice. Direi che anche la serie A e la Nazionale hanno riscoperto il calcio all'italiana, che è catenaccio e contropiede».

Quanto al futuro, Mondonico non è stato preciso, ma ha lasciato intendere di voler-poter riprendere l'attività di allenatore: «Io sono l'allenatore dei casi disperati e i casi disperati in genere arrivano a gennaio. Io comunque ho già una mia squadra (di ex alcolisti, ndr), nell'ultimo allenamento avevo due signore in attacco e ho spiegato loro come non cadere nella tattica del fuorigioco. A me basta poco, basta avere un pallone...».

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