Nicole, i pattini con un modello
Il sogno è l'Olimpiade del 2014

Galeotto fu il modello di Armani, il tipo giusto per fare innamorare nuovamente Nicole Della Monica del pattinaggio su ghiaccio: «Ero un po' titubante, è stato un colpo di fulmine. Rieccomi qui». E la pattinatrice sogna l'Olimpiade.

Galeotto fu il modello di Armani, il tipo giusto per fare innamorare nuovamente Nicole Della Monica del pattinaggio su ghiaccio: «Ero un po' titubante, è stato un colpo di fulmine. Rieccomi qui». Qui sta per il palazzo del ghiaccio di Zanica, l'ombelico del mondo agonistico della 22enne tiramolla di Albano Sant'Alessandro.

Da qui iniziò bambina per salire alla ribalta nazionale. Da qui proseguì ragazza per prendersi la scena internazionale. Da qui si rimette in gioco ora, a undici mesi di distanza da quell'annuncio choc («Basta, mi ritiro») che in casa Olympic Dream Ice School (la sua società d'appartenenza) fu il preludio a un inverno di incubi.

Da dieci giorni a questa parte non sembra vero al presidente Luca Sforza di ammirarla di nuovo in pista. Oggi rispetto a ieri identica è la specialità (coppia d'artistico), inalterata è l'eleganza (la classe non è acqua), diverso invece il partner di sollevamenti. Al posto di Yannick Kocon c'è Matteo Guarise, quel pizzico di made in Italy che in tempi di crisi internazionale sa un po' di rivincita:

«Abbiamo provato senza impegno, ho capito subito che si può fare sul serio - continua Nicole, nel 2005 incredibilmente di bronzo ai tricolori individuali appena dietro alla Kostner -. La sua struttura fisica è un gran bel vantaggio, parecchi elementi vengono più facili».

Ora i capofila nazionali di specialità sono Stefania Berton e Ondrey Hotarek, che nell'ultimo anno si sono presi titolo, record, e parte della scena internazionale, leggi quinta piazza continentale e quarta all'ultimo Gran Prix di Sapporo (migliori risultati italiani di sempre): «Possiamo e vogliamo riprenderci la leadership, la concorrenza sarà uno stimolo in più», annuncia una Nicole carica come mai prima d'ora.

Anche in prospettiva delle Olimpiadi di Sochi 2014, dove per ruggire nella tana del lupo dei russi, l'Italia (a oggi) ha un solo posto a disposizione. Fu suo (e di Yannick) quello di Vancouver '10, avventura a cinque cerchi chiusa con una 12ª piazza che si punta a migliorare: «Una medaglia? Sì, ci penso, perché sognare non costa nulla e se non si è ambiziosi non si può arrivare in alto».

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