Capelli: «Tornerò più forte
Sì, lo confesso, ho pianto»

A vederlo capisci che il calcio è uno sport che fa male. La gamba destra con il tutore, il ginocchio sinistro reduce da cure a base di iniezioni, l'occhio sinistro vistosamente tumefatto. Daniele Capelli pare un reduce di guerra, quando si presenta per l'intervista. Quanti gol realizzerà Denis? Vota il sondaggio

A vederlo capisci che il calcio è uno sport che fa male. La gamba destra con il tutore, il ginocchio sinistro reduce da cure a base di iniezioni, l'occhio sinistro vistosamente tumefatto. Daniele Capelli pare un reduce di guerra, quando si presenta al luogo concordato per l'intervista.

È il campetto delle scuole medie di Grumello, il difensore nerazzurro ci arriva accompagnato dal «Cile» e dal «Nafo», amici inseparabili. Capelli allarga le braccia. E ride: «Amici buoni per la compagnia!» esclama seduto al sole su una panchina del campo da calcio della «sua» scuola media. E dopo le foto sentendosi chiedere come ci si organizza per l'intervista la butta lì: «Mah… se va bene possiamo parlare qui… in fondo sono abituato alla panchina…».

E Cile sarà spesso anche l'autista della riabilitazione: avanti e indietro da Zingonia, perché per un mese Capelli non potrà guidare. E quando non si sarà Nafo ci sarà papà Renzo, ex falegname ora in pensione, ma mai fermo un momento. La persona di fronte alla quale, al rientro dagli esami che aveva accertato la rottura del crociato, Daniele Capelli s'è messo a piangere.

«Sì, non mi vergogno a dirlo. Quando il medico mi ha detto della gravità dell'infortunio mi sono scappate alcune lacrime, ma quando sono arrivato a casa davanti a papà, mamma Emilia e a Francesca, la mia fidanzata, ho pianto sul serio. Loro sono stati dolcissimi, io da quel momento so che tornerò come prima. Ogni giorno lavorerò anche per loro e per tutti quelli che mi sono stati vicini».

E adesso serve un altro difensore centrale.
«Come no… Voi scherzate, ma noi siamo un gran gruppo. E di mercato non parlo, io faccio il calciatore. E poi ci sono pure Ferri e Masiello che possono giocare centrali. Siamo una buona squadra, completa».

E lei era arrivato a fare il titolare. E anche il capitano…
«La fascia non è mia, ce ne sono ben altri di giocatori che la devono portare. Riguardo al posto in squadra è davvero un peccato che sia capitato quest'infortunio, ma vi assicuro che tornerò più forte di prima. Vedrete…».

Che squadra lascia? Si salverà?
«Lascio - ma solo sul campo, sia chiaro - una squadra davvero forte. Competitiva. E sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo. Ma non lo dico... Non fatemelo dire...».

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