Il dopo Chievo: sveglia Atalanta
Il campionato si avvicina

L'Atalanta, dalla ripresa dell'attività in quel di Rovetta si è già sottoposta a più test, alcuni affidabili. Rimaniamo all'ultimo, con la pari categoria Chievo, che ha riassunto, a grandi linee, i pregi (pochi) e i difetti (parecchi).

La pazienza dicono sia una virtù: e più da tifosi, in questo caso, che da giornalisti, ce ne appropriamo. A patto però che gli atalantini non ne abusino. Da studenti si programmava un periodo di preparazione per questo e quell'esame, il cui esito sanciva, poi, la bontà o meno del tempo dedicato.

Così sarà per l'Atalanta, che dalla ripresa dell'attività in quel di Rovetta si è, comunque, già sottoposta a più test, alcuni affidabili. Rimaniamo all'ultimo, con la pari categoria Chievo, che ha riassunto, a grandi linee, i pregi (pochi) e i difetti (parecchi) emersi in precedenza.

Progressi, a una quindicina di giorni dal via del campionato e ad una sola settimana dalla Coppa Italia, col contagocce. Privilegiamo la costruttività nella valutazione delle cose alla pur sempre ingenerosa critica distruttiva. Ecco che, allora, auspichiamo con insistenza gli arrivi di un centrocampista di ruolo autentico e di un attaccante degno di tale nome, in attesa del rientro di Marilungo.

Certo, disponiamo di pedine del valore di Cigarini e Denis, ma nel caso di assenza per svariate ragioni o di appannamento di condizione a chi si ricorrerebbe?

Quanto alla zona nevralgica del campo né Cazzola né Kone sembrano le candidature ideali. Da vice Denis, tanto per rimanere in casa, elenchiamo Tiribocchi: ma sarà sufficiente?

Lo stesso match con il Chievo ha riproposto la mancanza del classico ispiratore del gioco senza il quale si è latitato nel confezionare le occasioni da rete. A farne soprattutto le spese un Denis generosamente mobile ma, pressochè, orfano di opportunità da acclamato bomber.

Non ci preoccupa, invece, la non palpabile brillantezza atletica, almeno al pensiero che siamo nelle mani del medesimo staff già collaudato nelle due passate estati. Vale la pena ricordare che punti di forza della squadra che ci regalò l'immediato ritorno in A da capolista e il successivo torneo da record furono proprio ritmo, vigoria fisica e continuità.

Arturo Zambaldo

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