«Atalanta, punto guadagnato
Ma si è persa un'occasione»

Il punto è guadagnato, l'occasione è persa. Sembra un paradosso, ma è lo specchio dell'ultima Atalanta. Certo, Colantuono ha ragione a dire che l'1-1 col Cagliari è un buon pareggio viste come si erano messe le cose. Vota il sondaggio

Il punto è guadagnato, l'occasione è persa. Sembra un paradosso, ma è lo specchio dell'ultima Atalanta. Certo, Colantuono ha ragione a dire che l'1-1 col Cagliari è un buon pareggio viste come si erano messe le cose. Prendi un autogol subito, concedi il contropiede al Cagliari che sul contropiede balla il valzer, sei costretto ad attaccare a testa bassa sul pantano col solo Denis davanti a poter fare a sportellate, tiri poco in porta e quando lo fai (Giorgi) non la centri…Un pastrocchio.

Non fosse stata per la zuccata di Stendardo, il Comunale avrebbe ballato con le streghe chissà fino a quando anche se l'espulsione di Giorgi ha tolto all'Atalanta la benzina per lo scatto finale. E dunque accontentiamoci, anche perché dietro le altre sembrano giocare a favore e Colantuono ha ritrovato il gol su palla ferma dopo tempo immemorabile. Due buone notizie in una. Ma l'occasione per dimenticare il mediocre trend post-Inter (5 punti e 6 gol fatti nelle ultime 9 partite) l'Atalanta se l'è mangiata e più del calendario alle porte (il Milan e il Palermo nelle prossime due gare) resta l'involuzione offensiva a inquietare un po' e a porre qualche domanda.

La prima: perché l'Atalanta tira così poco in porta? Stando alle statistiche della Lega Calcio, 3,9 tiri nello specchio a partita prima della gara col Cagliari e l'1-1 contro i sardi, con due veri tiri nello specchio (di Giorgi e Bonaventura), non contribuirà a migliorare l'andazzo. Anche perché, Denis a parte, nel magro bottino dei gol fatti (19 in 21 gare) manca quasi in toto il contributo dei centrocampisti. Bonaventura si è fermato a Firenze, prima siamo al gol di Carmona col Napoli, il 31 ottobre. Poi nulla più. Dunque c'è bisogno di maggiore e migliore presenza in zona gol dei centrocampisti, di maggiore rapidità negli ultimi 20 metri. Da qui il cambio di modulo, col passaggio al centrocampo a 3 e il duo Bonaventura-Moralez alle spalle di Denis.

L'idea, varata a Roma con la Lazio, è stata riproposta col Cagliari e l'impressione resta quella di una soluzione paradossalmente più efficace in fase difensiva. Con Cigarini più libero d'impostare e una cerniera più robusta in mezzo, l'Atalanta ha trovato un buon controllo del gioco e un miglior equilibrio difensivo ma non il cambio di passo e l'inserimento dei mediani negli ultimi 20 metri, necessari per non lasciare isolato Denis, già a corto di cross e “orfano” di Moralez, passato da chiave a toppa del gioco nerazzurro con nefaste conseguenze.

L'impasse di Moralez sta zavorrando l'attacco ma ora urge una soluzione, tecnica o tattica. L'impressione è che all'attuale Denis, già involuto, serva una spalla con cui condividere l'area di rigore e la ricerca del gol. Budan, Parra o un altro jolly, la speranza è che Colantuono lo trovi in fretta perché non potrà essere sempre la testa di Stendardo a risolvere i guai.

Simone Pesce

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