Atalanta, urge una terapia d'urto
per ritrovare la qualità smarrita

La miseria di 6 punti racimolati dagli atalantini nelle ultime 10 gare stanno, inesorabilmente, ad indicarci che di questo passo non si andrà affatto lontano. E' un bilancio da zone rosse della classifica.

La miseria di 6 punti racimolati dagli atalantini nelle ultime 10 gare stanno, inesorabilmente, ad indicarci che di questo passo non si andrà affatto lontano. E' un bilancio da zone rosse della classifica e meno male che si è collocato il prezioso fieno in cascina nella parte iniziale del campionato. Urge, a questo punto, il salto di qualità di una certa portata, inteso nel più ampio senso del termine.

La stessa società se ne è resa conto. Lo dimostrano, tra le altre cose, il blitz con relativa sfuriata a Zingonia del presidente Antonio Percassi, nel dopo Torino della scorsa settimana e il ritiro della squadra, da mercoledì, in vista della importantissima trasferta di Siena. Un'Atalanta che deve ritrovarsi, innanzitutto in autostima (e questo è un discorso psicologico) ma anche rivedere, in alcuni casi, l'aspetto tecnico e tattico. In questo lungo periodo di mancanza di risultati sono palpabili le lacune in ogni reparto, magari evidenziate a intermittenza.

Di partita in partita, infatti, si sono puntati, giustificatamente, gli indici una volta all'indirizzo della difesa, altre del centrocampo o dell' attacco. Pure Colantuono non è stato risparmiato dalle critiche sia per scelte strettamente legate ai moduli di gioco predisposti sia per l'utilizzo in campo di questa o a quell'altra pedina. Non condivisibili all'unanimità le mosse al mercato di riparazione invernale anche se la doppietta di Livaja contro la Roma ha rialzato, di colpo, le quote a favore degli operatori (in testa il direttore generale Pierpaolo Marino).

Alle diagnosi facilmente e chiaramente certificate bisogna far seguire in fretta la terapia, chiamiamola senza indugio, d'urto. Il compito principale spetta, naturalmente, all'allenatore che in precedenti occasioni ha saputo destreggiarsi a dovere anche indossando il classico camice bianco. Ma, alla fin dei conti, dovranno essere i “pazienti” ad accettare diligentemente gli indispensabili ricostituenti. Altrimenti i richiami dall'alto e i ritiri siano essi volontari o punitivi lasceranno i tempi che trovano.

Arturo Zambaldo

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