Gol di Cantarutti a Lisbona
La maglia all'asta su Bergamo Tv

A lasciarla andare gli batterà forte il cuore, come quella notte. La notte della maglia. «Ero sui gradoni dello stadio, la maglia dell'Aldo mi arrivò addosso, bagnata, pesantissima. L'afferrai, l'ho tenuta per 25 anni come un pezzo di me».

A lasciarla andare gli batterà forte il cuore, come quella notte. La notte della maglia. «Ero sui gradoni dello stadio, la maglia dell'Aldo mi arrivò addosso, bagnata di pioggia e sudore, pesantissima. L'afferrai, la tenni sotto il giubbino fino all'aeroporto, poi per 25 anni in casa come un pezzo di me. Quante volte ho raccontato agli amici, la storia di questa maglia».

La guarda, la tocca, sorride come ha fatto per 25 anni. Ma lunedì sera, 25 anni dopo, Mario Medini, che l'Atalanta l'ha cucita addosso da quando era bambino, toglierà dall'armadio quel pezzo nerazzurro di cotone pesante, a maniche lunghe, strisce verticali a banda stretta.

Quel pezzo di storia col numero 9 di Aldo Cantarutti, il centravanti di quella notte a Lisbona. La porterà nello studio di Tutto Atalanta a Bergamo Tv e la metterà in mano a chi vorrà averla, all'asta. In cambio una cifra da devolvere a chi ne ha bisogno, «i bambini ammalati all'ospedale, i poveri, chi non ha da mangiare, non so. Dopo 25 anni, ho pensato che fosse giusto farlo».

Quella notte del 16 marzo 1988 a Lisbona lui c'era per Sporting-Atalanta, ritorno dei quarti di Coppa delle Coppe. Pioviggina e piovono guai: lo Sporting attacca, segna a 25' dalla fine, e ricomincia ad attaccare. Ma poi un centravanti lungagnone esce dal buio. «A 10' alla fine: lancio di Nicolini, Cantarutti parte in contropiede, il portiere sbaglia, Aldo lo anticipa e la mette dentro. E noi ci abbracciamo come folli».

Ma c'è dell'altro. «A fine gara i giocatori arrivano verso di noi, l'ultimo è Cantarutti. Si toglie la maglia, la lancia, la vedo superare le teste della gente davanti a me e planarmi addosso».

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