Zanzi: «Che errore dimettermi
Non dovevo lasciare l'Atalanta»

«Se potessi tornare indietro mi comporterei diversamente. Ero giovane, ho commesso un errore che oggi non farei più. Ma quei cinque anni a Bergamo sono stati la miglior esperienza professionale della mia carriera. Lì ho imparato più che in qualsiasi altro posto».

«Se potessi tornare indietro mi comporterei diversamente. Ero giovane, ho commesso un errore che oggi non farei più. Ma quei cinque anni a Bergamo sono stati la miglior esperienza professionale della mia carriera. Lì ho imparato più che in qualsiasi altro posto».

Sei anni dopo aver lasciato l'Atalanta, finalmente Roberto Zanzi accetta di parlare. Si era dimesso nel maggio 2006 dall'incarico di «direttore generale e dell'area tecnica» dell'Atalanta rinunciando a 1,6 milioni lordi per altri due anni in società. Il presidente Ruggeri aveva cambiato idea dopo averlo mandato a chiudere la trattativa con Marco Giampaolo, l'allenatore che dopo la promozione dell'Atalanta in A nel 2006 avrebbe dovuto sostituire Colantuono in panchina. Ruggeri decise infatti di tenere Colantuono e gli allungò il contratto, Zanzi si sentì delegittimato e preferì dimettersi.

Oggi Zanzi, da due anni direttore generale del Bologna, torna a parlare del mondo Atalanta. «Lo faccio volentieri, con l'ambiente ho mantenuto diversi contatti. Lo stesso Ivan Ruggeri mi aveva cercato due volte dopo quelle dimissioni, mi voleva di nuovo con lui».

Ruggeri non aveva gradito le dimissioni: lei era il suo braccio armato.
«Ero un dirigente di Ruggeri, seguivo le disposizioni della proprietà. Mi confrontavo con lui, poi facevo il mio lavoro».

Però quel giorno, dopo il rinnovo del contratto di Colantuono…
«Quei fatti ormai sono archiviati, inutile parlarne. Io posso solo dire che mi rendo conto di aver commesso, allora, un errore di gioventù. Non era il caso di andare via. E se tornassi indietro quell'errore non lo rifarei. Mi sono comportato come un figlio capriccioso con poco rispetto per un secondo padre. Tra l'altro per quell'errore sono passato per il grande nemico di Colantuono, mentre in realtà proprio con Colantuono oggi ho un rapporto splendido».

Leggi l'intervista integrale di Pietro Serina su L'Eco di venerdì 26 aprile

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