Antidoping, la sentenza: nessuna squalifica per Gasperini

Il processo all’allenatore nerazzurro per il diverbio con un ispettore Nado si chiude con una nota di biasimo e una multa.

Nessuna squalifica per Gian Piero Gasperini, ma una nota di biasimo e una multa di 378 euro: è questa la decisione del Tribunale nazionale antidoping diffusa nella tarda mattinata di martedì 28 settembre.

Nella giornata di lunedì Gasperini, collegato con l’aula di tribunale aveva ribadito la sua linea difensiva mentre la Procura era ferma sulla richiesta di squalifica di 20 giorni. Gasp e l’Atalanta, assistiti dall’avvocato Gian Pietro Bianchi, confidavano di conoscere il proprio destino già nella serata di ieri, dopo aver iniziato la discussione poco dopo le due del pomeriggio. Ma la decisione del collegio del Coni si è fatta attendere ed è arrivata poco dopo le 13 di oggi.

«Il Tribunale nazionale antidoping, nel procedimento disciplinare a carico di Gian Piero Gasperini (tesserato Figc), visti gli articoli 3.3, 13.3 del Csa 2021 afferma la responsabilità dello stesso in ordine all’addebito ascrittogli e dispone nei confronti del predetto la sanzione della nota di biasimo. Condanna Gian Piero Gasperini al pagamento delle spese del procedimento quantificate forfettariamente in 378 euro».

Il tecnico degli orobici ha parlato durante la conferenza stampa per analizzare la sfida di Champions , della sentenza del Tribunale Nazionale Antidoping, udienza che si è chiusa con una nota di biasimo: «C’è una sentenza equa e giusta, spero che sia finita».

La vicenda finita a processo risale al 7 febbraio quando si presenta a Zingonia un ispettore antidoping della Nado Italia per effettuare un test a sorpresa. Il giocatore individuato per il controllo è Robin Gosens ma nel frattempo è in corso l’allenamento. E proprio la concomitanza del test con la seduta della squadra nerazzurra avrebbe dato il via a una discussione tra Gasperini e l’ispettore che secondo le contestazioni avrebbe assunto toni sempre più accesi al punto da indurre Gasp, è l’accusa della Procura nazionale antidoping, a rivolgere espressioni irriguardose all’ispettore che configurerebbero una «condotta offensiva nei confronti del dco (doping control officer, cioè l’ispettore) e/o del personale addetto al controllo antidoping». Da qui la decisione della Procura di deferire l’allenatore per violazione dell’articolo 3 comma 3 del Codice sportivo antidoping.

Dopo la proposta di patteggiamento (10 giorni di squalifica) respinta da Gasp, a maggio il Tribunale aveva restituito gli atti alla Procura per la mancata notifica della chiusura delle indagini che aveva impedito al tecnico di presentare memorie difensive nei tempi previsti (20 giorni) dal codice. Una lesione del diritto di difesa, aveva eccepito l’avvocato Bianchi, ottenendo il rinvio del processo a settembre. Ieri la difesa ha avanzato eccezioni procedurali, di forma, e di sostanza: la tesi è che Gasp non avrebbe violato il codice.

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