Il commento: l’Atalanta ha perso la partita
ma forse prima ha perso se stessa

Due settimane a parlare di quarto posto, a ragionare tra Champions League, Europa League, a fare tutto il contrario di quel che predica sempre il presidente Antonio Percassi. Lui dice piedi per terra, invece dopo il trionfo sull’Inter l’ambiente atalantino ha preso il volo, finendo per perdere la bussola.

Poi, certo: c’è stata la sosta, che ha spezzato il ritmo. Ci sono stati i giocatori in giro per il mondo, che qualcosa finisci sempre per rimetterci. Ma a Empoli non s’è vista l’Atalanta vera: s’è vista un’Atalanta frenata, di gran classe a tratti, ma troppo gigiona, mentre l’Empoli aveva tutto il resto. E alla fine l’Empoli ha vinto, va detto, con merito.

Chissà che questa doccia gelata, alla fine, non faccia bene. Perché è vero che quattro vittorie di fila giustificavano grandissima euforia, e ci mancherebbe altro. Ma tra far volare l’entusiasmo e ragionare di quarti posti e Champions League, a nostro avviso, ce ne passa. Magari si voleva alzare l’asticella degli stimoli, e generare l’effetto opposto a quel che s’è visto in campo. Forse, s’è instillata nella squadra la sensazione di essere talmente forte da poter fare polpette dell’Empoli. Le partite non sono mai finite, invece, nemmeno quando gli altri sbagliano un rigore e tu dieci secondi dopo gli piazzi il 2-0. Mai finite, sarà bene ricordarselo: in serie A, chi ne rifila 4 all’Inter che veniva da sette vittorie di fila può anche patire un parziale di 3-0 dall’Empoli, semiderelitta, reduce da un cambio in panchina con l’inserimento non di Mourinho e nemmeno di Guardiola, ma dell’onesto Iachini, che si sa bene qual è il suo gioco. Sarà bene in assoluto tenere a mente la lezione di Empoli: nessuno si scansa, e se ti chiami Atalanta l’umiltà è sempre la prima arma da mettere in campo.

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