Imballaggi: D'Amato,posizione Ue devastante anche per l'ambiente

(ANSA) - ROMA, 24 NOV - Il regolamento sugli imballaggi su cui sta lavorando la Commissione Europea "sarebbe devastante per l'ambiente, per l'economia e per milioni di lavoratori", ed è "assolutamente contraddittorio con gli obiettivi di riduzione dell'impatto ambientale che la stessa Commissione cerca di portare avanti". Il past presidente di Confindustria Antonio D'Amato, industriale nel settore del packaging con la Seda, società leader a livello internazionale nella produzione di imballaggi alimentari, rilancia così l'allarme per l'industria di settore e per l'effetto a catena su tutto il sistema industriale che avrebbe "una proposta che di fatto colpisce tutta la filiera del packaging e quindi tutte le filiere industriali, dall'alimentare alla sanità, dalla cosmesi ai prodotti di qualunque natura". Un allarme lanciato più volte, nei giorni scorsi, anche dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

"Siamo in una fase estremamente delicata ed importante", commenta D'Amato con l'ANSA dal forum di Coldiretti, dopo aver ascoltato l'intervento del vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans.

"Ci sembra proprio, anche sentendo le dichiarazioni di questa mattina di Timmerman, che si predichi una teoria e si pratichi una politica assolutamente contraddittoria. C'è veramente una summa di ideologie e di demagogia", dcie D'Amato, che spiega: la scelta di previlegiare il riuso rispetto al riciclo è un cambiamento di direzione estremamente pregiudizievole per l'ambiente. Specialmente per l'imballaggio alimentare abbiamo dati scientifici, inoppugnabili, certificati, documentati anche con tutte le più stringenti richieste della Comunità europea in termini di studi di impatto ambientale, che dimostrano chiaramente che il monouso in carta, soprattutto nella ristorazione e nella ristorazione veloce, è nettamente migliore dal punto di vista della produzione di CO2 e del consumo di acqua, ed in modo significativo, parliamo parlando dicirca quattro volte in meno per emissioni di C02 e di oltre cinque o sei volte in meno per consumo di acqua. E sono le due grandi priorità con le quali non solo l'Europa ma il mondo intero si confronta" Il sistema industriale chiede di "riconsiderare" queste scelte: "Tutta l'industria europea e italiana si è mobilitata, tutte le filiere industriali si sono mobilitate, e sono arrivate numerose proposte" ma l'impostazione che è stata datata "sembra come bandiera ideologica che debba resistere nonostante le evidenze scientifiche che noi abbiamo dimostrato e portato all'attenzione della Commissione. Una sorta di tabù". (ANSA).

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