Alzano, mancata zona rossa
Si alza il livello dello scontro

Dopo le parole del pm Maria Cristina Rota, Lega all’attacco: «Il governo stoppò iniziative regionali». Dossier sul tavolo di Conte: la Regione poteva chiudere.

L’ incendio della polemica politica divampa, la miccia giudiziaria ha innescato un’ esplosione. «Da quello che ci risulta è una decisione governativa»: a poche ore dalle parole del procuratore facente funzione Maria Cristina Rota sulla mancata istituzione della zona rossa in Valle Seriana ai primi di marzo, pronunciate venerdì sera ai microfoni di Rai 3 dopo l’ audizione di due ore e mezza del governatore della Lombardia Attilio Fontana, la lotta infuria e stona con l’ aggettivo «pacifico» usato da Fontana con riferimento alla competenza governativa sulla scelta.

Il legale di Fontana «Non c’ è stato alcun rimpallo col governo, la Regione e l’ esecutivo hanno parlato della zona rossa ma la percezione era che l’ avrebbe decretata il governo», ha ribadito ieri l’ avvocato Jacopo Pensa, legale del governatore. «La Procura di Bergamo ha voluto mettere i dati di cui già disponeva a confronto con i nostri, per noi è la conferma di quello che avevamo concepito, della correttezza della posizione della Regione: erano arrivati i militari, c’ era la percezione che l’ istituzione della zona rossa sarebbe stata in capo al governo». Il riferimento dell’ avvocato di Fontana è ovviamente alla dichiarazione del procuratore Rota e di «pacifico», a poco meno di 24 ore dalle dichiarazioni del pm, c’ è solo lo scontro dialettico tra governo e Regione. «Anche la Regione poteva istituire la zona rossa, come previsto dalla legge», aveva sostenuto venerdì sera il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, citando l’ articolo 32 della legge 23 dicembre 1978 numero 833, «richiamato anche dall’ articolo 3, comma 2, del dl 6/2020, che dà anche alle regioni la possibilità di istituire la zona rossa».

Opposizione all’ attacco Ma ieri la Lega ha replicato con toni sempre più duri. «Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia ha detto, ieri sera, che “le Regioni potevano istituire zone rosse”, ma lo stesso ministro per gli Affari Regionali sosteneva, il 25 febbraio: “Le Regioni si raccordino con l’ autorità nazionale”. Diversamente, avrebbe impugnato le ordinanze», ha attaccato il capogruppo dei senatori leghisti Massimiliano Romeo. Che cita la posizione del ministro «Roberto Speranza, che nelle stesse ore spiegava come “iniziative autonome sul contenimento del contagio non sono giustificate”, tanto che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si diceva “pronto a misure che contraggono le prerogative dei governatori”». Il leghista ricorda anche «la circolare del governo dell’ 8 marzo che vietava espressamente alle Regioni di istituire zone rosse: “Va rilevata l’ esigenza che in ogni caso, e soprattutto in questo delicato momento, non vi siano sovrapposizioni di direttive in materia di ordine e sicurezza pubblica, che rimangono di esclusiva competenza statale”».

E giusto per rincarare la dose del centrodestra, da Forza Italia il senatore Maurizio Gasparri riparte dalle dichiarazioni rimbalzate dalla Procura. «Dovrebbero avere più eco le prime valutazioni del procuratore Maria Cristina Rota di Bergamo, la quale ha detto che “spettava al Governo istituire la zona rossa di Alzano”. E allora non è il caso di indagare sui vertici di Governo? Non è il caso che la Magistratura cominci a convocare Conte, Boccia e Speranza?», ha alzato il tiro Gasparri parlando di «responsabilità anche penali del governo sotto gli occhi di tutti».

L’ attacco al ministro Boccia è condiviso dal parlamentare Daniele Belotti che riferendosi alle dichiarazioni del consigliere regionale di opposizione Niccolò Carretta (Lombardi civici europeisti) in una nota sostiene che «sarebbe più utile che i parlamentari bergamaschi del Pd chiedessero conto del comportamento del presidente del consiglio e del ministro Francesco Boccia che oggi, dopo le dichiarazioni del pm Rota, afferma che anche la Regione poteva mettere la zona rossa ma che nel pieno della questione, il 4 marzo, dichiarava che “in uno stato d’ emergenza nazionale comanda lo Stato sulle Regioni” stoppando così ogni iniziativa autonoma della giunta Fontana».

Il dossier di Conte Cosa aveva detto Niccolò Carretta? «Che la competenza sulla mancata istituzione fosse compartecipata è evidente, la zona rossa di Codogno l’ ha istituita il governo e in questo senso le parole del pm non aggiungono nulla di nuovo - ha spiegato il consigliere Pd in serata-. Ma il problema è un altro: la Regione ha mai fatto richiesta al governo d’ istituire la zona rossa o no? Io ho fatto un accesso agli atti in Regione un mese fa e non ho ancora avuto risposta».

Fin qui la polemica politica, poi ci sarebbero le carte. La Lega assicura di avere i documenti, che dimostrerebbero che la zona rossa avrebbe dovuto istituirla il governo, che a sua volta citando col ministro Boccia la legge 833 del ’78 ribadisce che anche la Regione avrebbe potuto farlo.

L’ articolo 32 della legge citato dal ministro, e al centro della battaglia politica, stabilisce che «in materia di igiene e sanità pubblica e di polizia veterinaria possono essere emesse dal presidente della giunta regionale e dal sindaco ordinanze di carattere contingibile e urgente con efficacia estesa alla regione o a parte del suo territorio», fatti salvi «le attività delle forze armate che nel quadro delle suddette misure sanitarie ricadono sotto la responsabilità delle competenti autorità e i poteri degli organi dello Stato preposti in base alle leggi vigenti alla tutela dell’ ordine pubblico».Sul tavolo del premier Giuseppe Conte, come rivelato dal Corriere della Sera, ci sarebbe un dossier sulla mancata istituzione della zona rossa, secondo il quale, articolo di legge alla mano, anche la Regione avrebbe potuto chiudere la Valle Seriana, e Fontana non avrebbe argomenti per contestare l’ operato del governo. Al momento Conte non avrebbe ricevuto alcuna convocazione dalla Procura, ma l’ ipotesi che il premier o altri esponenti del governo vengano convocati nelle prossime settimane in Piazza Dante resta aperta.

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