Uccide a calci e pugni la compagna
Brutale omicidio in famiglia a Bergamo

La tragedia è avvenuta nella notte tra il 30 e il 31 marzo in via Maironi da Ponte. L’accusato dell’omicidio è un 42enne che, la sera dell’aggressione, insieme alla mamma della compagna picchiata, hanno chiamato i soccorsi dicendo che la donna era caduta in casa e si era ferita accidentalmente. La 34enne è deceduta, una settimana dopo il ricovero in ospedale, lo scorso 6 aprile. Le strane ferite rinvenute sul suo corpo hanno insospettito i medici e la Polizia ha cominciato ad indagare sull’accaduto. Gli indizi raccolti hanno portato all’arresto del presunto omicida.

La 34enne Viviana Caglioni è arrivata in ospedale nella notte tra il 30 e il 31 marzo in fin di vita con un grave trauma cranico che, secondo quanto riferito ai soccorritori dal compagno Michele Locatelli e dalla mamma di lei, era stato causato da una caduta accidentale avvenuta nella loro abitazione, di via Maironi da Ponte a Bergamo. Il 6 aprile, Viviana non ce l’ha fatta, è morta per la gravità delle ferite riportate.

Gli inquirenti, dopo aver raccolto le perplessità dei medici e dei soccorritori sulla natura delle ferite rilevate sul suo corpo, hanno aperto un indagine. La versione della caduta accidentale, non convinceva, in particolare per alcune brutte contusioni all’inguine della donna.

Michele Locatelli e la madre della vittima hanno continuato a confermare la versione della caduta, ma gli investigatori, non hanno creduto al loro racconto e li hanno sottoposti ad intercettazioni telefoniche.

A corroborare i dubbi dei medici e degli investigatori è stato, invece, lo zio, anche lui presente nell’abitazione la sera dell’aggressione. L’uomo, durante l’interrogatorio, ha ammesso l’esistenza di un’altra versione, molto più drammatica. Le sue parole descrivono la terribile aggressione del Locatelli la notte del 30 marzo, i violentissimi colpi inferti a Viviana che rimane stesa a terra agonizzante per un’ora prima che vengano chiamati i soccorsi.

Dopo queste ammissioni gli agenti hanno interrogato di nuovo Michele Locatelli che però si avvalso della facoltà di non rispondere. Per lui, comunque, sono scattate le manette ed è stato portato in via Gleno con l’accusa di omicidio aggravato da motivi abbietti e futili.

Al momento risulta indagata anche la madre di lei che ha continuato a sostenere la versione del compagno della figlia. Michele Locatelli, 42enne con precedenti penali, avrebbe instaurato un clima di terrore all’interno della famiglia, con reiterate violenze, mai denunciate, nei confronti della compagna, della madre e dello zio della vittima.

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