«Bisogna chiudere le Poste»
Ne va della salute del personale

Poste Italiane sta modificando gli orari di apertura degli sportelli e introduce delle variazioni a partire da martedì 17 marzo nella provincia di Bergamo.

Nessun ufficio resterà aperto con doppio turno; 16 saranno aperti solo la mattina su 6 giorni; altri 269 saranno aperti a giorni alterni, e solo la mattina, anche se di questi solo 120 sono stati già razionalizzati; altri 49 sono aperti perché già razionalizzati e solo 26 rimangono chiusi.

«Lunedì è morto un postino a Ponte San Pietro.... cosa aspetta lo Stato a chiuderci?», si chiede Rossana Pepe, segretaria generale di Slp Cisl Bergamo.

Nelle intenzioni della società il provvedimento intende da una parte accogliere le richieste del Governo a ridurre comunque fonti di possibile diffusione del contagio, ma nello stesso tempo continuare a garantire un servizio pubblico.

«È da giorni che chiediamo un provvedimento di sospensione totale dell’attività per allineare Poste Italiane a una politica di restrizioni più efficace e tutelare, non da ultimo, la salute del personale degli uffici che ancora lamentano una inadeguata distribuzione di presidi di protezione».

“Anche il recapito è molto in sofferenza : manca tutto, si centellinano le mascherine e il disinfettante per le mani. Questi ragazzi sono fuori, spaventati come tutto il resto del mondo. Infine- conclude la sindacalista -, i cittadini devono recarsi agli sportelli solo per le emergenze, perché è molto pericoloso”.

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