Bergamo celebra Sant’Alessandro: «Fiducia da nutrire con verità, fedeltà e perdono»

Il vescovo Francesco Beschi giovedì 26 agosto ha presieduto la Messa solenne in cattedrale: «La fiducia è il presupposto della nostra società. Una virtù da nutrire con il pane della verità, della fedeltà e del perdono».

Giovedì 26 agosto, festa di Sant’Alessandro, alle 10.30 il vescovo Francesco Beschi ha presieduto la Messa solenne in cattedrale, trasmessa in diretta su «Bergamo Tv» e sul sito de «L’Eco di Bergamo». Sull’altare con monsignor Beschi anche i vescovi bergamaschi Luigi Bonazzi, Maurizio Malvestiti, Natale Paganelli, Ottorino Assolari, Gaetano Bonicelli, Francesco Panfilo, Maurizio Gervasoni, Giuseppe Merisi, Carlo Mazza e Serafino Spreafico. «Fiducia» è la parola chiave delle celebrazioni di quest’anno, sentimento e virtù alla base di tutte le relazioni. «Avvertiamo che le conseguenze a lungo termine della pandemia non riguardano solo la salute di coloro che sono stati colpiti – le parole del vescovo in un passaggio dell’omelia – ma i sentimenti profondi del nostro agire personale, familiare, comunitario e sociale. È pertinente, quindi, la proposta della virtù di quest’anno: la fiducia, un sentimento che ispira la vita e una virtù da seguire con perseveranza, soprattutto nella prova».

«La Fede illumina e alimenta la fiducia degli umani, negli umani e tra gli umani», ha evidenziato monsignor Beschi in un altro passaggio e ha aggiunto: «Dare fiducia è indispensabile per vivere, è il presupposto della nostra società . Quando qualcuno tradisce la fiducia i danni possono essere notevoli, ma accantonarla del tutto per difendersi è ancora peggiore, guardare con sospetto cronico le persone non rende modo più sicuro, lo rende invivibile». La fiducia è una virtù da nutrire «con il pane della verità, della fedeltà e del perdono – ha spiegato ancora il vescovo – . Il pane della verità in tutti i campi: nelle relazioni personali, sociali, ecclesiali, nel mondo dell’informazione; il pane della fedeltà , capace di rigenerare la fiducia anche nelle situazione più dolorose e difficili: “Mola mia” ci ripetiamo, grande espressione di fedeltà non solo al lavoro, all’impegno e alla resistenza, ma soprattutto alle persone: io ci sono, ci sono per te, per voi; il pane del perdono è la fiducia di Dio nell’uomo offerta a chi l’ha tradita, perdono che necessita molte volte di fatica, pazienza e impegno, perdono che è possibile se si scopre che il bene è sempre più originario e più forte del male».

«Ho chiesto alle comunità cristiane di continuare a servire la vita dove la vita accade, in particolare premura per la vita familiare», ha aggiunto il vescovo. «La famiglia dove si nasce, si cresce, si vive, rappresenta l’esperienza fondamentale per nutrire la fiducia in Dio e negli umani. Una famiglia che non si chiude in se stessa, ma condivide speranza con altre famiglie» . «Mi faccio portavoce dell’invito della Chiesa italiana – ha proseguito – a rinnovare accoglienza che caratterizza le nostre parrocchie e famiglie nei confronti delle famiglie afghane fuggite dal loro Paese. Insieme a questa premura ritengo una profezia da non sottovalutare quella rappresentata dalla prospettiva dell’amicizia sociale che il Papa ha più volte evocato».

In conclusione monsignor Beschi ha citato San Giovanni XXIII : «Siamo chiamati a fare il bene più che a distruggere il male, a edificare più che a demolire», scriveva il Papa bergamasco sottolineando di non aver «mai visto un pessimista che abbia concluso qualcosa di bene». Al contrario Papa Giovanni, definendosi «impenitente ottimista», era deciso a proseguire «per le mie vie di ricerca perenne del bene, senza più curarmi dei modi diversi di concepire la vita e di giudicarla».

GLI ALTRI APPUNTAMENTI
Dopo la Messa delle 10.30 - posti contingentati secondo le normative anti-Covid - sono previste altre celebrazioni.
Alle 17 in cattedrale la preghiera dei Vespri e alle 18.30 la Messa solenne nella basilica di Sant’Alessandro in Colonna presieduta dal vescovo . Nella giornata di oggi è aperto dalle 10 alle 20 il Museo della cattedrale in Piazza Duomo e in Città bassa in piazza Matteotti alle 15 l’iniziativa «Porte aperte a Palazzo Frizzoni». Dalle 15 nelle vie della città e nelle principali piazze la parata musicale con i gruppi del Festival del folclore. Sul Sentierone tornano quest’anno le bancarelle della tradizionale Fiera. Al Monastero di Astino alle 21 si terrà il Concerto bandistico di Sant’Alessandro e alle 22.30 si potrà assistere allo spettacolo pirotecnico dagli spalti di San Giacomo.

IL «CAMMINO ORANTE»
Il vescovo nella serata di mercoledì 25 agosto ha voluto camminare con il gruppo di persone che pregando ha raggiunto il cuore di Città Alta, il duomo della città . Monsignor Beschi, vestito con i suoi abiti quotidiani, ha scelto di compiere un gesto significativo per condividere il cammino di ogni giorno della gente bergamasca. Lo ha spiegato nelle parole pronunciate in cattedrale, ricordando la virtù della fiducia che la diocesi e il Comune di Bergamo hanno scelto di porre in evidenza quest’anno in occasione della festa patronale di Sant’Alessandro.

«Siamo invitati a considerare e a praticare la virtù della fiducia che ha molto a che fare con la fede. La fiducia trova nutrimento dalla condivisione della vita e nello stesso tempo nutre la condivisione e ne è espressione. Ho voluto compiere questo gesto semplice di condivisione, perché camminare è la grande rappresentazione della vita e, essendo quello che abbiamo compiuto un “cammino orante”, ricordiamo che il cammino viene indicato anche per rappresentare la nostra fede ». Ha sottolineato come in questo nostro tempo occorra richiamare il valore della condivisione che unisce e conforta. «Abbiamo bisogno – ha detto – di riproporci continuamente il compito evangelico della condivisione della vita, perché siamo tutti esposti alla solitudine e all’abbandono, anche se poche persone riescono a confidare questa sofferenza. Non basta essere in compagnia degli altri per superarla, bisogna avvertire che la propria vita è importante per gli altri. La fiducia che fiorisce nella condivisione è il dono che possiamo farci reciprocamente». Una cinquantina di persone ha camminato lungo il percorso che ha visto una prima tappa al monastero di San Benedetto in via Sant’Alessandro. Poi le soste vicino alla chiesetta della Madonna del Giglio e davanti a Porta San Giacomo. Dopo la preghiera in piazza Mercato delle Scarpe la salita verso la basilica di Santa Maria Maggiore. Il gruppo ha raggiunto infine la cattedrale dove il vescovo ha portato la sua riflessione e dove sono esposte, nell’altare laterale, le reliquie di Sant’Alessandro.

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