Carcere, detenuto appicca rogo in cella. Cisl: «Fondamentale l’intervento degli agenti»

La denuncia della Fns-Cisl: «L’episodio nella notte del 19 settembre. Undici agenti sono rimasti intossicati, con prognosi anche di 7 giorni per alcuni».

«Un detenuto ha incendiato la propria cella nel carcere di via Gleno nella notte del 19 settembre». A segnalarlo è la Fns-Cisl di Bergamo, che in un comunicato diffuso martedì 21 settembre a firma del segretario generale Francesco Trové scrive: «Un detenuto per ragioni ancora da accertare ha dato fuoco alla propria cella, determinando – si legge nella nota – un momento di “ordinaria follia”». Un fatto che secondo Trové «richiama alla mente il recente episodio avvenuto poche settimane fa», quando 5 agenti erano rimasti feriti intervenendo per sedare un altro detenuto che aveva dato fuoco alla sua cella. «Anche la vicenda della scorsa notte ha comportato notevoli disagi – si legge nel comunicato –, in quanto le fiamme appiccate dal detenuto in questione hanno prodotto una notevole coltre di fumo che rapidamente ha invaso il corridoio della sezione. L’emergenza è stata di tal misura che ha reso necessaria l’evacuazione degli altri detenuti ristretti nella sezione invasa dal fumo e solo il tempestivo intervento dei poliziotti della Penitenziaria ha evitato il peggio».

«Ancora una volta – si legge ancora nel comunicato del sindacato – occorre dar risalto al valore degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria del reparto di Bergamo, alcuni dei quali avevano anche terminato il servizio poco prima, ma non hanno esitato un attimo a rientrare in servizio per dare manforte al personale di turno. Si è trattata di un’ennesima dimostrazione delle capacità professionali e del valore umano dei poliziotti penitenziari di Bergamo, che in totale sprezzo del pericolo si sono lanciati nella sezione invasa dal fumo».

«Undici colleghi, in conseguenza di tale intervento – scrive ancora Trové – sono rimasti intossicati con prognosi anche di 7 giorni per alcuni di essi . Le attuali condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria sono estremamente precarie ed insicure; di fatto sono i soli a rischiare la pelle, per assicurare il mantenimento dell’ordine e della sicurezza nell’Istituto, nonché l’incolumità dei ristretti. Ad avviso della Fns-Cisl urge un cambiamento di rotta ed una presa di coscienza da parte della politica rispetto ai numerosi problemi all’interno delle carceri italiane e sulla tipologia di detenuti che, evidentemente, necessitano di essere curati adeguatamente specie coloro che sono affetti da disturbi psichici».

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