Crescono (tanto) le addizionali
Sale (poco) la spesa sociale

La Cisl: «Attivare gli ambiti per battere povertà e bisogni».

Da 356 a 408: in 6 anni, la spesa media che ogni contribuente bergamasco versa in addizionali regionali e comunali è aumentata di oltre 50 €. Dal 2012 a oggi, un aumento del 36% sull’addizionale comunale e del 12 per quella regionale. Sono i dati che balzano agli occhi nella ricerca che Dipartimento Welfare e Osservatorio CISL hanno condotto sui bilanci comunali dal 2012 al 2018 (ultimo dato fiscale disponibile). La ricerca evidenzia inoltre che la “tassa” comunale è cresciuta vertiginosamente in alcuni ambiti, aumentando per una percentuale che va dal 58 al 170 in più sul dato del 2012.

Secondo i dati del MEF elaborati dal dipartimento Welfare CISL, In reg. Lombardia nel periodo 2008-2018 l’importo dovuto per l’Addizionale Regionale cresce del +45,87%; l’importo complessivo delle Addizionali Comunali del +137,66%.

Nella stessa ricerca, Osservatorio e Dipartimento, hanno analizzato i dati dei bilanci comunali, soprattutto riferiti all’incidenza della spesa sociale: ne emerge, dopo anni di “stanca”, che le uscite destinate ai servizi per la persona sono aumentate, a livello provinciale, di oltre il 5%, passando nel corso di un anno da 107.814 a 113.778 €.

La spesa sociale riguarda gli asili nido, i servizi per l’infanzia e per i minori, di prevenzione e riabilitazione, le strutture residenziali per anziani, assistenza e servizi diversi alla persona e alle famiglie.

Il dato principale che emerge dallo studio Cisl conferma l’impegno delle amministrazioni locali bergamasche a tenere alta l’attenzione delle persone in difficoltà: «L’elemento critico è dato dal fatto che negli anni si è sempre indebolito il canale dei trasferimenti di risorse dallo Stato e dalla Regione in controtendenza al continuo aumento del numero delle persone in stato di bisogno e all’emergere di nuovi bisogni- sottolinea Mario Gatti, segretario provinciale Cisl. Nell’ultimo anno una piccola inversione di tendenza, ma le risorse non sono ancora sufficienti, soprattutto alla luce di quanto l’epidemia Covid ha lasciato sul terreno della nostra provincia».

Recentemente, il dipartimento ha evidenziato come dai dati Isee del Caf provinciale emerga chiaro il segnale di avanzamento di nuove povertà anche in fasce prima escluse.

«La nuova povertà – continua Gatti -, nei suoi numeri crescenti, è destinata a riversarsi sulle comunità locali, obbligando i comuni a rispondere ad una nuova impellente domanda di sostegno, magari comprimendo altre spese propulsive necessarie. L’intervento pubblico (che la CISL chiede sia strutturato negli Ambiti) deve escludere politiche di mero assistenzialismo, concentrandosi su misure finalizzate ad attivare le persone verso le opportunità di lavoro che si riversino sul territorio (sotto forma di cura dell’ambiente, della riconversione ecologica, azioni culturali per il riciclo e il riuso all’interno delle nuove politiche europee del New Green Deal). Il sindacato dovrà essere coinvolto prioritariamente, come soggetto impegnato a ricercare strumenti e forme idonee nell’ottica di una solidarietà effettiva fra lavoratori occupati e nuove povertà».

Infine, «combattere l’evasione fiscale – conclude il sindacalista della Cisl di Bergamo - è imprescindibile oggi per garantire civiltà e si deve fare con strumenti tecnologici e innovativi di controllo, sanzioni e pene pesanti, rafforzamento degli organici nell’ambito delle verifiche, incremento della tracciabilità dei pagamenti, dichiarazione Isee come unico strumento per richiedere detrazioni e bonus, controlli sistematici certi sui redditi, in raccordo con gli Enti Locali del Territorio che già si rappresentano in alcuni esempi virtuosi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA