La classifica delle tasse universitarie: Unibg è la meno cara in Lombardia

La ricerca L’ateneo orobico è l’unico con gettito medio per studente sotto i mille euro. Il 33% degli allievi esentato dal pagamento. Guida la graduatoria il Politecnico di Milano.

Il caro-università affligge la Lombardia, ma non Bergamo. L’ateneo orobico è il più virtuoso in regione, per quanto riguarda le tasse: sono le più basse, decisamente sotto la media. È quanto emerge da un’indagine dell’Unione degli universitari in collaborazione con la Cgil: guardando al «gettito medio per studente», cioè a quanto gli atenei ricavano dai contributi versati dagli iscritti, l’Università degli Studi di Bergamo è l’unica in Lombardia a tenersi al di sotto dei mille euro pro-capite (anzi è addirittura di poco sotto gli 800 euro), contro una media regionale di 1.259 euro. I n testa alla classifica ci sono il Politecnico di Milano e l’Insubria, sopra i 1.400 euro di gettito per studente, poi la Statale di Milano di poco sotto; Pavia è a 1.200, Brescia vicina ai 1.100, la Bicocca appena sopra i 1.000.

«Delle sei università più care d’Italia», si legge nella ricerca, «quattro sono in Lombardia» . La ricerca stima inoltre che nell’anno accademico 2020/2021 sia stato esentato dal pagare le tasse universitarie circa il 33% degli iscritti dell’Unibg; Bergamo è anche quella con le tasse più basse per i fuoricorso, attorno ai 1.200 euro in media, mentre il conto più salato è quello della Statale di Milano (2.849 euro). Capitolo master: mediamente in Lombardia costano 2.062 euro l’anno, e solo al Politecnico di Milano costano meno che all’Università di Bergamo. «L’Università di Bergamo è senz’altro quella della Lombardia che fa pagare le tasse medie inferiori, basandosi in misura minore sui contributi degli studenti – si legge nella ricerca –. Eppure, il modello contributivo penalizza gli studenti fuori corso e non meritevoli. Può essere inoltre migliorata la proporzionalità e l’effetto redistributivo».

Per il professor Lucio Imberti, delegato del rettore al diritto allo studio, c’è «certamente grande soddisfazione per la valorizzazione dei risultati già conseguiti in termini di rilevante contenimento delle tasse, e più in generale di sostegno fattivo al diritto allo studio. Il nostro ateneo – prosegue Imberti – ha sempre garantito la copertura della borsa di studio a tutti gli aventi diritto, in alcuni anni grazie anche alle risorse proprie del nostro bilancio». Quanto alle nuove iniziative messe in campo, Imberti segnala che «nel regolamento 2021/2022 per la contribuzione studentesca è stata peraltro prevista una riduzione delle tasse a favore anche degli studenti che non abbiano particolari requisiti di merito. Al contempo facciamo tesoro delle osservazioni provenienti dalla stessa ricerca, impegnandoci al confronto con la componente studentesca, fermo restando che siamo in attesa della definizione dei fondi destinati all’Università per il 2022, anche nell’ambito dei finanziamenti che potranno provenire dal Pnrr».

«Nonostante alcuni significativi passi in avanti, dobbiamo notare come il sistema universitario lombardo sia fortemente dipendente dalle tasse versate da studentesse e studenti. La dipendenza è particolarmente marcata a Milano», segnala Niccolò Piras per l’Unione degli universitari. «La Cgil è impegnata nel contrasto alla dilagante precarietà lavorativa ed esistenziale – aggiunge Alessandro Pagani, segretario generale della Cgil lombarda –. A questo tema è intrecciata la condizione di chi vuole studiare, una condizione oggi complessa e pesante».

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