La pandemia «economica»: nel 2020 redditi calati di 559 euro a Bergamo - Tutti i dati nazionali

I dati Nelle dichiarazioni presentate nel 2021 emerge come il reddito pro-capite in Bergamasca sia diminuito del 2,54% rispetto all’anno precedente.

È il contagio economico innescato dalla crisi sanitaria. Gli effetti del Covid si misurano anche da quest’altro punto di vita: nel 2020, l’anno in cui ha iniziato a soffiare la tempesta pandemica, i redditi dei bergamaschi sono calati di 559 euro, riducendosi del 2,54%; dai 22.026 euro medi pro-capite, infatti, si è scesi a 21.467 euro a testa. È uno degli elementi più evidenti che sgorga dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2021 e relative appunto all’anno d’imposta 2020. Un impatto significativo sul territorio bergamasco, seppur diversificato e con tendenze particolari.

Secondo l’agenzia di ricerca InTwig, solo 21 comuni bergamaschi su 243 hanno visto crescere il reddito

Secondo l’agenzia di ricerca InTwig, che ha rielaborato i dati del ministero dell’Economia, solo 21 comuni bergamaschi su 243 hanno visto crescere il reddito: tutti gli altri segnano invece un calo. Il tema è però comune a tutto il Paese, a livello nazionale il reddito complessivo dichiarato è calato dell’1,1%.

I dati nazionali

Anche a livello nazionale cala il reddito: in un solo anno, l’effetto della pandemia è costato 283 euro ai contribuenti. L’analisi riguarda il 2020, anno del primo e più rigido lockdown: il reddito imponibile pro capite (al netto delle eventuali detrazioni) si è fermato a 19.796 euro rispetto ai 20.079 euro dell’anno pre-emergenza Covid.

L’analisi dei dati del Mef ha consentito a Intwig di analizzare gli effetti della crisi sui contribuenti comune per comune: dal 2015 al 2019 il numero di contribuenti è costantemente salito con una crescita media dello 0,5%. Nel 2020 si è avuta un’inversione di rotta con un calo rispetto al 2019 dello 0,8% (da 41.525.982 a 41.180.529). Nonostante le misure straordinarie di sostegno attivate nel corso del 2020, la pandemia ha determinato una riduzione del reddito imponibile pro capite nel 70% dei comuni italiani. La realtà più colpita è Lajatico (PI) che lascia il primo posto della classifica 2019, uscendo addirittura dal top ten.

La classifica dei 10 comuni più ricchi d’Italia

Con un reddito di 44.684€ pro capite, Basiglio (MI) occupa il primo posto nella top ten 2020 dei comuni più ricchi d’Italia, guadagnando una posizione rispetto all’anno scorso. Seguono Cusago (MI) e Torre d’Isola (PV), rispettivamente in seconda e terza posizione (terza e quinta l’anno precedente). Tra le novità del 2019, l’entrata in top ten di San Donato (MI) e Galliate Lombardo (VA) – che guadagnano entrambi 5 posizioni – e di Milano (MI), che passa dall’undicesima posizione del 2019 alla nona del 2020.

Con un reddito di 44.684€ pro capite, Basiglio (MI) occupa il primo posto nella top ten 2020 dei comuni più ricchi d’Italia, guadagnando una posizione rispetto all’anno scorso. Seguono Cusago (MI) e Torre d’Isola (PV), rispettivamente in seconda e terza posizione (terza e quinta l’anno precedente)

La classifica dei 10 comuni che hanno perso più reddito

Tra i 10 comuni ad aver perso di più, al primo posto Lajatico (PI) con una riduzione del reddito imponibile pro capite di -17.556 € rispetto al 2019, seguito da Rubiera (RE) con -11.464 € e Positano (SA) -9.382 euro.

Tra le variazioni in top ten: Parma guadagna una posizione, superando Bologna e attestandosi al settimo posto; Modena perde una posizione chiudendo la classifica e Bolzano entra nei primi dieci piazzandosi al nono posto, facendo uscire Lecco dalla top ten

Capoluoghi: il triangolo Milano-Bergamo-Monza si conferma il più ricco d’Italia

Posizioni invariate per quanto riguarda il podio dei capoluoghi di provincia più ricchi: Milano (31.778 €), Monza (28.265 €) e Bergamo (27.243 €) occupano le prime tre posizioni anche nel 2020 nonostante ciascuno abbia perso reddito, rispettivamente -552 € Milano, -495 € Monza e -434 € Bergamo. Tra le variazioni in top ten: Parma guadagna una posizione, superando Bologna e attestandosi al settimo posto; Modena perde una posizione chiudendo la classifica e Bolzano entra nei primi dieci piazzandosi al nono posto, facendo uscire Lecco dalla top ten.

Reddito Pro Capite per regione: invariata la classifica, ma quasi tutte perdono

A livello regionale, la classifica rimane invariata rispetto all’anno precedente: fatta eccezione per Basilicata e Sicilia che si invertono di posizione (rispettivamente 16° e 17° posto), anche nel 2020 le cinque Regioni«più ricche» d’Italia restano Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Lazio e Piemonte. In fondo alla classifica, alle ultime tre posizioni, si confermano Puglia, Molise e Calabria. In termini di reddito medio, fatta eccezione per Abruzzo, Basilicata e Molise, tutte le regioni registrano una riduzione di reddito rispetto al 2019, prima fra tutte la Lombardia (-477 €) seguita da Toscana (-471 €), Valle d’Aosta (-439 €) e Veneto (-414 €).

La crisi dei grandi centri: sopra i 250mila abitanti perdono in media oltre 400 euro

Analizzando i dati tenendo in considerazione l’ampiezza del centro, inteso come numero di residenti, si conferma il reddito medio sostanzialmente più alto nei grandi centri urbani rispetto ai Comuni con meno di 5.000 abitanti. Come nel 2019 ma con maggior intensità, sono le grandi città a soffrire in modo particolare, registrando una riduzione del reddito medio di 403 €.

La ricchezza è concentrata nelle mani di pochi

L’analisi dei redditi italiani conferma che la maggior parte della ricchezza è concentrata nelle mani di pochi: come nel 2019 solo il 5% guadagna più di 55mila euro annui, mentre il 44% degli italiani guadagna meno di 15mila euro, con una crescita del 2% rispetto al 2019.

Leggi di più su L'Eco di Bergamo di giovedì 14 aprile 2022

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