Bossetti: io non sto mentendo - Video
«Lo hanno fatto quelli prima di me»

Prima il pm Letizia Ruggeri, poi la parte civile e infine la difesa. Questo l’ordine deciso dalla Corte per l’interrogatorio di Massimo Bossetti.

Il muratore di Mapello è risultato tranquillo e come sempre imperturbabile. Numerose le tensioni della giornata, tra la questione di Wikileaks, la richiesta di analizzare nuovamente i reperti da parte della difesa e la proposta sempre della difesa di iniziare prima con l’interrogatorio. Oltre alla folla di curiosi che si sono visti fuori dal Tribunale di Bergamo dalla mattina presto.

Richiesta non accolta quella di far iniziare la difesa per prima, tanto che alle 16.30 il pm Letizia Ruggeri ha posto la prima domanda a Massimo Bossetti. «Lei conosceva Yara?» ha domandato il pm. «Non la conoscevo, non l’ho mai vista - ha detto Bossetti -. Come me nessun membro della mia famiglia la conosceva. Conoscevo, per lavoro, il papà e solo di vista».

E poi, la seconda domanda: «Dove si trovava il 26 novembre 2010?». Immediata la risposta di Bossetti: «Per l’ennesima volta glielo ripeto, sono qui apposta per dirglielo: non me lo ricordo. Io sono una persona abitudinaria, normale, banale. Sono una persona ripetitiva e faccio sempre le stesse cose. Non me lo ricordo e non ricordo neppure cosa ho mangiato ieri sera».

Bossetti sottolinea di non ricordare neppure le condizioni meteo di quel giorno: «Lo ripeto, non ricordo. Anche mia moglie quando è venuta da me in carcere mi ha sempre fatto l’interrogatorio, il terzo grado: mi ha messo con le spalle al muro, ma non ricordo nulla di quella data». Camporini ha tranquillizzato Bossetti, così come il presidente della Corte Antonella Bertoja, spiegando che le domande si possono ripetere per la necessarie informazioni che devono essere date alla Corte. Il muratore è parso tranquillo e molto determinato nelle sue spiegazioni e nei suoi interventi.

A seguire il pm ha chiesto informazioni sul lavoro di Bossetti, che ha iniziato a spiegare la sua attività del carpentiere. E aggiunge: «In quel periodo di novembre lavoravo sia a Bonate sia a Palazzago». Con una domanda da parte della Ruggeri riferita alla strada che Bossetti faceva dal lavoro a casa: «Facevo sempre la stessa strada».

E Bossetti ha aggiunto: «Dottoressa io non sto mentendo, cosa che hanno fatto quelli che hanno preso questo posto prima di me». Sottolineando: «Salvo i miei consulenti qui hanno mentito tutti». E ripete la questione ormai nota delle figurine: «Tornando a casa mi fermavo spesso a prendere le figurine in edicola per i miei figli. Mia moglie Marita si arrabbiava sempre e litigavamo perchè diceva che viziavo troppo i bambini». Ma il pm sottolinea che gli edicolanti hanno più volte smentito la sua dichiarazione. Bossetti si è allora limitato a descrivere minuziosamente dove percheggiava il suo furgone e addirittura dettagli su come posizionava il mezzo, «che sfiorava la locandina dell’edicola». Dettagli minuziosi di un uomo che con determinazione vuole provare la sua innocenza. Dopo esattamente un’ora di interrogatorio, l’udienza viene sospesa e aggiornata all’11 marzo.

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