«Macché scontri, eravamo alla Fara»
Gli ultrà: «Guardavamo da lì la partita»

«Eravamo alla Fara perché da lì stavamo guardando la partita che si stava giocando allo stadio».

Si sono difesi così alcuni dei dieci ultrà arrestati dopo i tafferugli di sabato in via Mai nel corso degli interrogatori di convalida davanti al gip Marina Cavalleri. La quale s’è riservata per mercoledì la decisione su convalide e misure cautelari.

Tre di loro - due dei quali colpiti da Daspo - hanno spiegato così dove si trovavano quando, secondo l’accusa, si è registrato l’assalto.

Dunque, secondo le loro versioni, sabato erano già lì in Città alta, non c’erano arrivati salendo di corsa insieme al gruppo di fuggiaschi che cercava scampo dopo l’assalto di via Mai.

Dovevano essersi trattenuti in zona ben dopo la fine della gara (16,50 circa), se i tifosi inseguiti dalla polizia si dividono in via Pignolo in due drappelli - uno in fuga verso città bassa, l’altro verso Porta S. Agostino - alle 18,20.

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