Motorizzazione chiusa i martedì di luglio
«Non basta», la protesta delle autoscuole

Domani sit-in davanti agli uffici di via King durante la visita del capo dipartimento del ministero dei Trasporti per chiedere di risolvere l’emergenza ormai cronica che investe la motorizzazione con nuove risorse umane.

Una boccata d’ossigeno che non basterà a risolvere le problematiche che da anni attanagliano la Motorizzazione civile di Bergamo. È quello che temono i titolari delle autoscuole e gli studi di consulenza bergamaschi, che domani, venerdì 21 giugno, daranno il via a un sit in di protesta davanti agli uffici di via King durante la visita del capo dipartimento del ministero dei Trasporti, per chiedere di risolvere l’emergenza ormai cronica che investe la motorizzazione con nuove risorse umane.

La chiusura degli sportelli nei martedì di luglio, che avrà il via dal prossimo 2 luglio, viene vista di buon occhio dalla Confarca (Confederazione italiana che rappresenta le autoscuole) anche se il timore è che non sia sufficiente per mettere a posto le cose. Ad affermarlo è Maurizio Drago, rappresentante locale della Confarca: «Un tempo la Motorizzazione di Bergamo riusciva a rispondere a circa duemila richieste di esami in due mesi – spiega –, adesso siamo passati alla metà e si impiega dai cinque ai sei mesi, con la conseguenziale scadenza dei documenti e le proteste da parte degli allievi. A volte ci sono stati dei riporti perché non era possibile rispondere alle richieste di esame teorico. A fine mese molti operatori non riescono nemmeno a pagare il personale».

L’auspicio del segretario nazionale della sezione autoscuole della Confarca, Christian Filippi, è che «la chiusura degli sportelli al pubblico serva per garantire più date d’esami. Ci auguriamo che la chiusura serva a rinforzare quei servizi che nel corso dell’anno hanno fatto riscontrare le maggiori difficoltà ai titolari delle scuole guida e delle agenzie, ma allo stesso tempo che si trovi una soluzione definitiva per l’annosa questione della Motorizzazione di Bergamo», conclude.

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