Non solo profitti, ma anche «sociale»: Ivs assumerà 400 ragazzi autistici

L’azienda di Seriate crea una cooperativa per aiutare chi soffre di disabilità. Venti giovani già ingaggiati a Torino, ma le chiamate copriranno tutte le filiali del gruppo.

«Break Cotto». Nel nome scelto sono già racchiuse le due anime di questa avventura imprenditoriale unica nel suo genere che lega con un filo rosso Bergamo e Torino. Break richiama «Your best break» , il claim, la community, il marchio di fabbrica di Ivs Group, azienda di Seriate leader nella distribuzione automatica di bevande calde e fredde e  snack. Il più grande gruppo italiano leader del mercato con tremila dipendenti, più di 80 filiali, la presenza in 4 nazioni diverse, e la quotazione in Borsa.

Cotto viene invece da Chicco Cotto, cooperativa sociale di Torino, nata dalla scuola del Cottolengo e dall’intuizione di don Andrea Bonsignori, che avvia i ragazzi con disabilità e disturbi dello spettro autistico al mondo del lavoro. Quello del vending, ossia della gestione, appunto, dei distributori automatici. Don Andrea non trovava aziende disposte ad assumere persone con disabilità e così il lavoro se lo è creato da solo. I ragazzi, con la mansione di addetti al rifornimento, sono ordinati, precisi, amanti della ripetizione e perfetti per quel tipo di azione.

Nel 2019 i due mondi, apparentemente così lontani, si incontrano. E decidono di dare vita a quello che ieri, Tiziano Treu, il presidente del Cnel, il Consiglio nazionale dell’Economia e Lavoro, ha portato a Roma come un esempio tra i più interessanti in Italia dell’unione tra economia e terzo settore «un progetto di enorme valore», ha sottolineato. «Break Cotto», appunto. Che è molto più di un progetto. É una nuova impresa sociale nata dalla joint venture di Ivs e Chicco Cotto.

La formazione al Cottolengo

In «Break Cotto» lavorano persone autistiche, formate al Cottolengo e affiancate da autisti e tecnici Ivs. Del gruppo orobico sfrutta la capillare rete di filiali e canali distributivi per raggiungere tutta Italia.

«Quando sono andato la prima volta alla loro scuola, mi sono detto che non avevo mai visto macchinette automatiche così tenute bene, in ordine, pulite. - racconta al convegno Cnel, Massimo Paravisi, Co-Ceo di Ivs- .In un anno e mezzo di vita di Break Cotto, peraltro complicato dalla pandemia, abbiamo attivato al lavoro una ventina di ragazzi su Torino, e tra poco lo faremo su Roma e Palermo. Altri 30 stanno facendo formazione con la scuola. L’idea alla base di tutto è approcciare la disabilità, e il mercato in cui lavorano anche persone disabili, in un modo differente. Un cliente non deve comprare i prodotti o servizi perché te li propone don Andrea che fa lavorare i ragazzi disabili. Una persona non deve pensare di prendere un caffè da un distributore automatico perché fa un’opera di bene. Deve farlo perché quella macchinetta funziona meglio di altre. Perché quel caffè è più buono. Questa è la sfida che stiamo portando avanti sul territorio: questo vuol dire fare impresa. E Break Cotto è prima di tutto un’impresa che cammina sulle sue gambe». Che punta sulla dignità del lavoro e non sulla carità, sull’attivazione di potenzialità e non solo sull’inclusione. L’obiettivo è chiaro a tutti. «Arrivare a occupare con Break Cotto 400 ragazzi con disabilità in tutta Italia» aggiunge Marco Gallarati, Investor relator IVS . Le premesse ci sono. E anche Bergamo li aspetta.

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