Pedemontana addio al tratto bergamasco: si apre il nodo Isola

INFRASTRUTTURE. Cal lavora alla tratta D «corta», che non tocca la Bergamasca. Gandolfi e i sindaci: «A quell’area servono comunque ponti e opere viarie».

Non arriverà in Bergamasca, l’autostrada Pedemontana lombarda. L’ulteriore conferma di uno scenario che era sul piatto da tempo è arrivata ieri, in occasione di una «segreteria tecnica» in cui è stato illustrato lo stato dell’arte dell’infrastruttura. E per la tratta D, quella che si sarebbe dovuta attestare a Osio Sotto, Cal (Concessioni autostradali lombarde) parla ormai di tracciato «corto», che si attesta sulla Tangenziale est esterna milanese (Teem), tra Agrate e Cavenago.

Arnoldi: risparmi per 900 milioni

«Da titolari della concessione, abbiamo deciso di seguire questa via. Il progetto definitivo sarà pronto tra la fine del mese e i primi di luglio – anticipa l’amministratore delegato di Cal, il bergamasco Gianantonio Arnoldi –. La tratta D “corta” fa risparmiare 900 milioni di euro, ed evita consumo di suolo in parallelo a quella parte di A4 che non ha più i flussi di traffico di un tempo». Gli ingenti fondi risparmiati sono peraltro necessari per far tornare il piano economico-finanziario dell’opera, a seguito degli aggiornamenti dei costi.

Per Arnoldi l’infrastruttura, pur non toccando direttamente la Bergamasca, porterà benefici anche qui. «Se uno prende l’auto e da Bergamo va verso Milano, è subito chiaro il senso di ciò che andiamo a fare. Per fare qualche esempio, si viaggerà da Malpensa a Orio in tempi molto più rapidi, e saremo collegati con Torino evitando Milano». Quanto ai tempi di realizzazione, oggi la tratta D è a livello di studio preliminare, si attende il «definitivo», mentre per la costruzione si parlerebbe di 2027-2030. L’ok alla tratta «corta» dovrà comunque arrivare anche da Roma, dal Cipess. «Da cronoprogrammi viene dopo la B2 e la C, ma, pur senza fare in questo momento delle promesse, io e l’assessore Terzi siamo d’accordo che se si riuscisse a iniziarla un po’ prima, in modo che sia già pronta quando si finiscono le altre, sarebbe meglio per tutti», aggiunge Arnoldi. Dell’opera si parlerà venerdì nel dettaglio in una riunione del collegio di vigilanza dell’accordo di programma.

Il mancato arrivo in terra bergamasca della Pedemontana sembra destinato a far «decadere» anche un elemento della futura Bergamo-Treviglio, il «peduncolo» di collegamento verso Osio Sotto: «Osio non verrà toccata dalla Bg-Treviglio – conferma Arnoldi –. Dato che non c’è più il collegamento con la Pedemontana, l’opera si allaccerà al nuovo casello di Dalmine. La progettazione comunque inizia adesso, dopo la firma dell’accordo con chi ha vinto la gara».

Intanto, l’Isola fa i conti con lo scenario di non veder arrivare la Pedemontana e le opere collegate. «La realizzazione avrebbe comportato alcuni problemi: l’innesto a Osio Sotto, per esempio, interveniva su aree delicate, che spero i Comuni, una volta tolti i vincoli, potranno e vorranno tutelare nei loro Pgt – osserva il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi –. Ma il non realizzarla ne lascia aperti altri. Il sistema pedemontano, con le sue opere complementari, doveva contribuire a risolvere alcune criticità viabilistiche dell’Isola, che invece così rimangono invariate». Dopo un confronto in questi giorni con gli amministratori locali, Gandolfi torna a sottolineare il nodo dell’attraversamento dell’Adda: «Sono da risolvere sia la questione del Ponte San Michele, sia la “strozzatura” di Capriate: anche lì un ponte nuovo è necessario, chiediamo a Regione e Cal che ci dicano come si possa fare. È un ragionamento che ho condiviso anche con il mio collega presidente della Provincia di Monza e Brianza. E in generale va rafforzata la viabilità dell’Isola».

Terzi: pronti all’ascolto

Temi che emergeranno certamente venerdì, alla riunione del collegio di vigilanza. «Sarà un’occasione – dice l’assessore regionale alle infrastrutture Claudia Terzi – per continuare il confronto con gli amministratori locali e per apportare ulteriori miglioramenti al progetto ai fini dell’inserimento territoriale di questa importante opera. La questione relativa all’attraversamento dell’Adda è già da tempo all’attenzione di Regione Lombardia e una prova è quanto fatto, ad esempio, per il Ponte San Michele. Un cosa è certa: da parte nostra c’è la massima disponibilità ad ascoltare dubbi e criticità sollevate dalle amministrazioni locali e a lavorare insieme per trovare una soluzione che sia il più possibile condivisa dal territorio e con il minor impatto ambientale».

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