Tangenti e permessi di soggiorno
L’indagine: intercettazioni e filmati

Su «L’Eco di Bergamo» in edicola martedì 7 maggio due pagine con tutti i dettagli dell’inchiesta che ha portato all’arresto di dieci persone, anche agenti e funzionari. I video girati dagli investigatori. Il questore: «Questa indagine è motivo di vanto perché abbiamo dimostrato di avere gli anticorpi per impedire che ci sia il malcostume. Il rispetto delle regole vale per tutti, principalmente per noi».

Tra le tante finite nelle carte dell’indagine della Questura di Bergamo su un giro di tangenti per permessi di soggiorni e ricongiungimenti familiari per gli stranieri (dieci gli arrestati, tra cui anche agenti, funzionari e segretari comunali) c’è anche un’intercettazione in cui Leandra Arnaldo Pavorè, ora in carcere, parla con il socio Xiaochao Dong (anche’egli in carcere), detto Giovanni. Spunta il nome di Saverio (per gli inquirenti il segretario comunale De Vuono, ai domiciliari) e si fa riferimento a Gandosso e Albano. Il primo sarebbe l’ingegnere di Gandosso con cui De Vuono avrebbe fatto da tramite per ottenere il certificato (gli è contestata la corruzione), mentre il secondo sarebbe il dipendente del Comune di Albano a cui è stata applicata la misura interdittiva della sospensione, Walter Flaccadori.

«Giovanni, ti ho chiesto un favore, di darmi seicento euro, ti dico perché – si sente nella telefonata della Arnaldo Pavorè –, perché quando Saverio è andato due volte in Comune per me... a cercare l’idoneità alloggiativa per noi, insieme all’altro... e mi ha fatto tirare fuori da... da Gandosso, li ha fatti tirare fuori da... Albano due volte, adesso non gli do i soldi anche stamattina, poi ti chiedo un favore... mi mandano *omissis*... io sono a Milano a vedere gli appartamenti... ho chiesto un favore a te, eh?». Intercettazioni che, secondo l’accusa, corroborano le contestazioni. Diverso il parere della difesa, secondo la quale vanno invece «contestualizzate».

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«Non è certo motivo di vanto che ci siano pubblici ufficiali arrestati. Ma questa indagine è motivo di vanto perchè abbiamo dimostrato di avere gli anticorpi per impedire che ci sia il malcostume», ha commentato dal canto suo il questore Maurizio Auriemma: «Il rispetto delle regole vale per tutti, principalmente per noi».

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