Viminale: gli esercenti controllino identità in caso incongruenze

Una nota del Viminale chiarisce quando gli esercenti delle strutture con green pass possono chiedere di verificare il documento di identità.

«La verifica dell’identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione». È quanto specificato in una circolare del Viminale che chiarisce le modalità di verifica del Green pass, anche da parte degli esercenti. Inoltre «nelle suindicate fattispecie l’avventore è tenuto all’esibizione del documento di identità».

Resta fermo il punto secondo cui le multe, in caso non si accerti la corrispondenza tra il certificato e l’identità del possessore, «la sanzione risulterà applicabile nei confronti del solo avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità anche a carico dell’esercente». Riguardo agli eventi sportivi e agli spettacoli, nel documento viene anche precisato che, oltre ai pubblici ufficiali, saranno anche gli steward e i gestori delle strutture a poter controllare i pass.

Già qualche ora prima la diffusione della circolare il Garante della Privacy, citando il Dpcm dello scorso 17 giugno, aveva fatto notare che anche «i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi» possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d’identità.

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