E Piero Angela sbaragliò il Premio Bergamo

1978. In corsa c’erano Gianni Brera, Leonardo Sciascia, Luciano De Crescenzo, Giovanni Mosca ma il giornalista Rai vinse, un po’ a sorpresa, «con largo margine». Aveva condotto il Tg, poi si era dedicato a grandi e impegnativi reportage. Ma solo tre anni dopo sarebbe andata in onda la prima puntata di «Quark»

Il 27 aprile del 1978 Piero Angela venne annunciato vincitore «con largo margine» del Premio Bergamo. Allora non si trattava di un premio di pura letteratura, ed era frequentato da nomi di alto livello del panorama culturale italiano. Nelle precedenti edizioni, ad esempio, lo avevano vinto Sergio Zavoli, Alberto Bevilacqua, Giulio Bedeschi, Giorgio Bocca, Gabriele Rossi Osmida, Giorgio Torelli.

Un’indagine «Nel buio degli anni luce»

In corsa quell’anno c’erano nomi importanti: accanto al suo “Nel buio degli anni luce” (Garzanti) correvano infatti “L’Arcimatto” di Gianni Brera (Longanesi), “Candido” di Leonardo Sciascia (Einaudi), “Così parlò Bellavista” di Luciano De Crescenzo (Mondadori), “La signora Teresa” di Giovanni Mosca (Rizzoli). «Pronostico difficile» avvertiva «L’Eco».

Tratti distintivi: garbo e sensibilità

Angela - spiegava «L’Eco» presentandolo - aveva cominciato «a diventare popolare qualche anno fa come conduttore dell’edizione meridiana del Telegiornale. Conquistò simpatie e ammirazione per il garbo e la sensibilità con cui sapeva presentare le notizie. Poi però abbandonò quel ruolo e si dedicò ai grandi reportages. E in tale tipo di impegno rientra pure “Nel buio degli anni luce”, un libro che è una sorta di itinerario tra studiosi, economisti, scienziati di varie parti del mondo alla ricerca di una via d’uscita dal labirinto della crisi - sotto tutti gli aspetti - che attanaglia il nostro tempo». La prima puntata di «Quark - Viaggi nel mondo della scienza», per intenderci, sarebbe arrivata solo tre anni dopo.

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