Festival pianistico, c’è il cartellone
Il 2014 riscopre Rachmaninov

Pier Carlo Orizio non si nasconde, anzi, parte in contropiede e mette subito sul piatto le potenziali note critiche del cartellone del 51° Festival pianistico internazionale. «Il tema di quest’anno, Rachmaninov e la Russia, non è per niente inedito.

Pier Carlo Orizio non si nasconde, anzi, parte in contropiede e mette subito sul piatto le potenziali note critiche del cartellone del 51° Festival pianistico internazionale. «Il tema di quest’anno, Rachmaninov e la Russia, non è per niente inedito. Già nella XXV edizione il tema era “Il pianoforte nella Russia dell’800 e dell’America del XX secolo, Rachmaninov: opera omnia per pianoforte”. Fu uno dei Festival meno capiti dalla critica e anche dal pubblico – ha spiegato il direttore artistico durante la presentazione ufficiale della manifestazione – ma perché all’epoca, il 1988, Rachmaninov era considerato un musicista minore, uno di quelli di cui si poteva fare a meno». Anche per la quasi contemporaneità con Schoenberg, che appariva invece molto «moderno e avanguardistico» rispetto al maestro russo.

«Oggi l’analisi storica ci dice che Rachmaninov è uno dei musicisti maggiori in assoluto: la sua musica è immediatamente riconoscibile e ha una pertinenza inconfondibile». Il «Rach 3», alias il Concerto per piano e orchestra n. 3 di Rachmaninov, è il più eseguito oggi tra i concerti per pianoforte solo. Ovviamente sarà in cartellone, con quella Beatrice Rana, seconda al concorso Van Cliburn 2013, che il prossimo anno sarà ospite della Filarmonica della Scala.

Se la riabilitazione di Rachmaninov è la prima sfida 2014 della manifestazione tra Bergamo e Brescia, l’altra è senza dubbio quella dell’Orchestra Filarmonica del Festival. Un’orchestra nuova nata da una riflessione: in tempi di crisi è possibile riequilibrare il rapporto (anche di risorse) tra produzione e importazione? La Filarmonica si propone con un organico di giovani, ma già ampiamente verificati per l’alto profilo professionale e il talento, affiancati da alcuni professori di alto livello disponibili all’inedito percorso: così la «spalla» (il primo dei violini), vero e proprio braccio destro del direttore, è Salvatore Quaranta, classe 1977, primo violino dell’Orchestra della Scala. La Filarmonica del Festival seguirà con buona pertinenza il tema del cartellone, in particolare con i Concerti n. 2 e di Prokof’ev, e il secondo e il terzo di Rachmaninov.

Ma i quattro appuntamenti della neonata orchestra festivaliera (due per città) non tolgono spazio a presenze orchestrali di prestigio. A partire dall’inaugurazione: l’Orchestra Sinfonica di Goteborg con il talento ormai conclamato del venezuelano Gustavo Dudamel: sarà un’inaugurazione fuori tema, con Strauss e Sibelius. Spiccano poi il Concerto n. 3 di Prokof’ev, altri pezzi da novanta stranamente poco familiari al pubblico italiano, con la Tchaikowsky Symphony Orchestra diretta dal decano russo Fedoseyev con la giovane Avdeeva, premio Chopin 2010 e il Concerto della Filarmonica della Scala diretta da Daniele Gatti, con le Sinfonie n. 4 e n. 7 di Beethoven per i 150 anni di Italcementi.

Ritorna anche l’Orchestra del XVIII secolo con le sue esecuzioni filologiche, in un tutto Mozart con il fortepianista Bezuidenhout nella doppia veste di solista e concertatore.

Andrea Gibellini, presidente del Festival, ha ricordato Claudio Abbado, che il festival avrebbe dovuto ospitare in maggio, mentre l’assessore Claudia Sartirani, nel ricordare il grande direttore già scritturato, ha lanciato un applauso prontamente accolto dalla platea del Salone Riccardi.

Tra i pianisti, oltre all’ormai consueto ritorno del grande Sokolov – con un un tutto Chopin –, si segnala il ritorno di Lilya Zilberstein, Pletnev e una schiera di giovani talenti, russi e anche italiani.

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