«Raffa in the Sky», al Teatro Donizetti il 29 settembre debutta l’opera lirica dedicata alla Carrà: al via la vendita dei biglietti

LE DATE. Le vendite dei biglietti si aprono il 18 giugno (data del compleanno della star) per il fan club internazionale dell’artista. Vendita libera dall’1 luglio.

Il 18 giugno 2023 Raffaella Carrà avrebbe compiuto 80 anni e, in coincidenza di questa data, si apriranno le vendite dei biglietti di «Raffa in the Sky», la nuova opera commissionata dalla Fondazione Teatro Donizetti per il 2023 anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura. Il compositore è Lamberto Curtoni, libretto di Renata Ciaravino

e Alberto Mattioli da un’idea di Francesco Micheli che firmerà la regia dello spettacolo in scena al Teatro Donizetti di Bergamo venerdì 29 settembre (ore 20.30), domenica 1 ottobre (ore 15.30), venerdì 6 ottobre (ore 20.30) e domenica 8 ottobre (ore 15.30). La vendita sarà riservata inizialmente ai soli iscritti al «Raffaella Carrà International Fan Club».

Da sabato 1 luglio i biglietti saranno disponibili per tutti online su https://teatrodonizetti.vivaticket.it/ oppure alla biglietteria del Teatro Donizetti a Bergamo (Piazza Cavour 15 tel. 035.4160 601/602/603, da martedì a sabato, ore 13.00-20.00 - [email protected]). Il costo va da 15 a 110 euro (riduzioni per over 65, under 30 studenti, abbonati alla stagione lirica, gruppi).

La carriera artistica diventa opera

«Raffa in the Sky» è un’opera, una vera opera lirica, che si ispira alla figura iconica di Raffaella Carrà, grande protagonista della televisione italiana ma anche personaggio internazionale - spiega la Fondazione Teatro Donizetti in un comunicato -. Non sarà una biografia in musica ma il racconto di una carriera artistica che ha accompagnato, e talvolta stimolato, le trasformazioni della società italiana dell’ultimo mezzo secolo. Attraverso la straordinaria esperienza della Carrà, l’opera si propone di riflettere anche sul ruolo dell’artista nella società, sul valore e sull’uso dell’arte, sul ruolo della televisione e degli altri media, senza dimenticare le canzoni che Raffaella ha interpretato, in un racconto che percorre la strada del surreale e del paradosso per parlare a tutti noi.

Gli interpreti

A interpretare Raffaella Carrà in questa nuova produzione bergamasca è stata chiamata la giovanissima Chiara Dello Iacovo, attrice diplomata alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e cantante con partecipazioni a Musicultura 2015 e al Festival di Sanremo (Nuove Proposte 2016). Accanto a lei un cast di celebri cantanti d’opera, come Carmela Remigio, Gaia Petrone, Dave Monaco, Haris Andrianos e Roberto Lorenzi, diretti da Carlo Boccadoro – assiduo interprete di pagine contemporanee – sul podio di un organico orchestrale composto dall’Ensemble Sentieri Selvaggi e dall’Orchestra Donizetti Opera. In scena anche il Coro I Piccoli Musici diretto da Mario Mora e i danzatori della Fattoria Vittadini. Il team creativo, accanto al regista Francesco Micheli, è composto da Edoardo Sanchi (scene), Alessio Rosati (costumi), Mattia Agatiello (coreografo) e Alessandro Andreoli (light designer).

Raffaella Carrà «non una donna ma uno stile di vita» – come ha scritto il regista Almodovar – è stata con la sua carriera l’incarnazione di una rivoluzione sul ruolo della donna che forse ancora non si è totalmente realizzata: u na rivoluzione dolce, mai divisiva, sfrontata (ricordiamo lo scandalo dell’ombelico mostrato in tv o i testi delle sue canzoni), passionale ma anche autorevole e preparatissima. Mai volgare, con una eleganza studiatissima e una professionalità dirompente, ha trasformato la televisione italiana, divenendo tradizione lei stessa. Famosissima in tutto il mondo ma mai diva capricciosa. Ha cantato in sette lingue e intervistato i grandi personaggi della politica e dello spettacolo del secondo Novecento.

Le iniziative

Tante le iniziative in programma intorno al debutto dell’opera il 29 settembre, tra cui un workshop organizzato in collaborazione con CeRTA - Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano su «Raffaella Carrà nella storia della televisione, della musica e della cultura popolare italiana». Nelle ultime ore, l’etichetta «Sony Music» ha annunciato l’uscita sulle piattaforme digitali e in una serie di cofanetti in tiratura limitata dei singoli degli anni Settanta e di altri celebri brani; inoltre in questi giorni l’immagine di Raffaella Carrà, prima artista di catalogo a diventare «Ambassador per Spotify Equal», campeggia in un grande billboard a Times Square a New York.

«L’occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura – afferma Giorgio Berta presidente della Fondazione Teatro Donizetti – ci ha convinto a realizzare un grande progetto contemporaneo, al di fuori dalle nostre stagioni consuete e dal festival dedicato al compositore cittadino, che possa però avvicinarci ai programmi dei teatri internazionali che annualmente inseriscono prime assolute nei propri cartelloni proprio per creare nuovi legami con il pubblico. Le opere che prendono spunto da personaggi in un certo senso “di attualità” sono sempre più numerose e hanno nella Traviata di Verdi il loro archetipo. Per questo nostro nuovo progetto 2023, accanto alla sfida artistica e creativa, abbiamo affrontato una sfida economica, perché volevamo fosse legato esclusivamente al finanziamento privato, proprio come in un moderno Rinascimento. Imprenditori bergamaschi e non, innovatori in tanti settori, sensibili alle attività che proponiamo, diventeranno nel 2023 anche sostenitori dell’innovazione in ambito culturale».

«Sono sicuro che Raffaella sarebbe incuriosita, lusingata ed emozionata – dichiara il coreografo e regista televisivo Sergio Japino, per anni al fianco della Carrà e coinvolto dagli autori nella creazione di quest’opera – nel sapere che ciò che ha fatto nella sua vita ha trovato ascolto e casa anche in un mondo apparentemente lontano dal suo come quello dell’opera lirica. Un mondo che amava, come dimostra Il Gran Concerto di cui fu autrice su Rai 3, dove l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai presentò brani di musica classica e operistica a una platea enorme di bambini. In fondo, la sua è la storia di una donna e di un’artista che ha cercato sempre con coraggio di esplorare e fare incontrare mondi diversi tra loro: la danza, il cinema, la tv, il canto. E contesti culturali diversi: dal Sud America alla Russia, dagli studi del Letterman Show e Hollywood agli studi televisivi scintillanti di Cinecittà. E persone diverse, soprattutto: donne, uomini, bambini che trovavano in lei ispirazione, divertimento, famigliarità, riscatto. Per lei non era importante dove fare una cosa, ma come: con quanto amore, abnegazione, passione. E con quanta voglia di incontrare le altre persone: il loro mondo, le loro storie. Sotto casa, come in tutto il mondo».

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