La formazione batte tutti gli slogan
«Così in Telmotor lanciamo i giovani»

#IMPRESEPOSITIVE. Stage retribuiti, percorso di onboarding e collaborazione con Edoomark per portare l’azienda nelle scuole. «Qui la Gen Z non fa solo esperienza, genera valore reale», sottolinea il Ceo Bruno Sottocornola

Nel dibattito sulla capacità delle aziende di attrarre la Generazione Z si moltiplicano le soluzioni e i suggerimenti. Spesso si cercano le vie più stravaganti pensando di interpretare al meglio le nuove esigenze dei giovani rispetto al lavoro, in realtà c’è un binario che viaggia sicuro verso le aspettative della Gen Z: la formazione. I ragazzi chiedono di essere seguiti passo passo nel loro ingresso al lavoro con un’operazione di onboarding e poi di poter continuare a crescere con una formazione che allontani lo spettro di un posto di lavoro routinario. Una certezza che viene confermata dai dati raccolti dall’Osservatorio Delta Index nelle aziende. Tra queste spicca Telmotor che su formazione, responsabilità e ascolto ha costruito il rapporto con i suoi giovani collaboratori. Un rapporto coltivato ogni giorno in azienda, nei corridoi come nei laboratori, ma anche fuori, nelle scuole, grazie a un progetto educativo capillare che coinvolge ogni anno oltre 500 studenti delle superiori. Perché è lì che si costruisce il futuro.

Fondata nel 1973 a Bergamo, Telmotor è oggi una realtà leader nel campo dell’automazione industriale, dell’energia, dell’illuminazione e delle tecnologie per il building. Un gruppo da 190 milioni di fatturato e 350 collaboratori, distribuiti in 12 sedi in tutta Italia. Ma a renderla attrattiva per la Generazione Z non sono i numeri, bensì l’investimento continuo sulle persone e sulle competenze.

«La formazione per noi è un mantra – racconta Francesca Caironi, People & Organization Manager –. Non si tratta solo di corsi, ma di un percorso che accompagna ogni giovane dal primo giorno». Lo dimostrano i numeri: nel solo 2024, Telmotor ha erogato oltre 5.400 ore di formazione, coinvolgendo tecnici e commerciali in percorsi che alternano aula, affiancamento, coaching e tutoraggio.

Ma il vero fiore all’occhiello è l’onboarding: un sistema strutturato che guida i nuovi assunti nei primi sei mesi, integrandoli con tutor, schede giornaliere, incontri di monitoraggio e, soprattutto, responsabilità vere. «Non si viene a “fare ombra” – sottolinea il Ceo Bruno Sottocornola –. Anche uno stagista ha un progetto concreto, con un inizio, una fine e un valore riconosciuto. E viene retribuito».

Con il progetto School Academy, Telmotor ha costruito un ponte stabile tra azienda e scuola. In collaborazione con Edoomark, vengono proposte esperienze immersive certificate Pcto da 32 ore, con focus su servizio tecnico, soluzione integrata, innovazione, merito, comunicazione efficace e miglioramento continuo. A fine percorso, i ragazzi realizzano elaborati che saranno presentati live direttamente da loro e verranno valutati anche per le doti di public speaking. Nel 2025, a fine maggio, la chiusura sarà un hackathon con tanto di pitch davanti a una giuria di ambassador aziendali.

Un altro segnale forte arriva dalla collaborazione con Siemens per la creazione di «Demo Kit» – banchi da laboratorio per istituti tecnici – e dalla partecipazione ai Campionati di Automazione.

Ma l’attrattività passa anche da un altro aspetto, meno visibile eppure potentissimo: l’impegno sociale. Da oltre dieci anni Telmotor porta avanti il progetto Community (parte di una progettualità Esg più ampia) con cui i dipendenti segnalano ogni anno associazioni del territorio alle quali l’azienda dona contributi economici, ma anche tempo e presenza. Non si tratta solo di solidarietà: il vero valore è nella relazione diretta tra chi segnala, chi ascolta e chi riceve. Dipendenti che diventano ambasciatori, che scendono in campo per pitturare, montare, sostenere. Un modello di responsabilità condivisa, capace di attrarre anche i giovani più sensibili al tema della sostenibilità sociale.

E poi c’è il valore della fiducia verso i giovani. «Abbiamo accolto una stagista universitaria in area amministrativa – racconta Sottocornola –. Le abbiamo dato un progetto specifico, inquadrato nel nostro percorso di digital transformation. Lei ha lavorato alla rivisitazione del piano dei conti con strumenti digitali. Oggi, se entrasse in azienda, troverebbe quei conti disegnati da lei. E le abbiamo pagato quel lavoro, perché era concreto, utile, vero». È in questi passaggi che si misura la capacità di un’azienda di dare fiducia, così anche a soli 22 anni si può restituire valore in tempi rapidissimi.

In un Paese dove spesso i giovani vengono descritti come fragili o disimpegnati, Telmotor offre un racconto diverso. «Molti ci chiedono: ma come siete messi con le auto elettriche? Sono domande che spiazzano, ma che aprono nuove prospettive» racconta il Ceo. L’esperienza, dice, lo ha convinto che il vero cambiamento parte proprio da loro: «Hanno un approccio esplorativo, usano le tecnologie in modo naturale, non hanno paura di proporre. E spesso sono proprio loro a rendere migliori anche i più esperti». Come ricorda la School Academy, formare significa credere. E dove si crede nei giovani, il futuro è già iniziato.


GLI ESEMPI DI FRANCESCO E GIULIA, 28 ANNI



«Logistica 4.0 e passione: un nuovo modo di lavorare»

Ha 28 anni, una laurea in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano e un percorso formativo che passa per il marketing e approda – paradossalmente, ma non troppo – alla logistica. Francesco Chignoli oggi è responsabile del magazzino automatico e del customer service di Telmotor, ma quando è entrato in azienda nel 2021 era un giovane ingegnere con la passione per i dati e l’innovazione.

«Cercavano qualcuno che aiutasse a trasformare la logistica tradizionale in una versione più moderna, più digitale, più efficiente. Ho accettato la sfida». E il cambiamento è arrivato: Francesco ha progettato e guidato l’implementazione del nuovo magazzino automatico Autostore. In parallelo, è diventato responsabile del customer service. «Non si tratta solo di cambiare strumenti, ma di costruire un nuovo modo di lavorare. Ed è bellissimo farlo insieme a persone con esperienza, che mettono passione ogni giorno». In un contesto dove la logistica è il cuore dell’attività, Francesco ha trovato spazio per proporre, sperimentare, sbagliare, migliorare. E crescere. «All’inizio non è stato semplice: c’era molta operatività, poco tempo per fermarsi a pensare. Ma poi, grazie al confronto e ai dati, siamo riusciti ad abbattere quel muro. Oggi la logistica di Telmotor è più strategica». E anche la vita privata trova il suo spazio: «Gioco a calcio due volte a settimana. L’organizzazione c’è, la flessibilità anche. Gli straordinari non sono più la normalità».

«Qui posso crescere e sento di poter fare la differenza»

Liceo musicale, violino e pianoforte, poi il salto nel mondo del lavoro. Giulia Spinnato, 28 anni, oggi buyer dell’ufficio acquisti di Telmotor, ha seguito un percorso tutt’altro che scontato. Dopo gli studi artistici e un’esperienza universitaria interrotta per necessità, ha cominciato a lavorare come addetta alle vendite in Leroy Merlin. «Un’esperienza tosta ma utile: ti butta subito nella mischia, impari a gestire persone e problemi. Ma sapevo che non era quella la mia strada». Dopo quasi cinque anni nel retail e una parentesi in Wurth, decide di cercare qualcosa di diverso: un lavoro d’ufficio, più vicino alla progettualità. Il passaparola di un’ex collega la porta a Telmotor, che nel 2023 la accoglie per un ruolo operativo: gestire gli ordini di magazzino. «Un lavoro di routine? Forse. Ma a me è sempre piaciuto andare oltre. Fare domande, capire il perché delle cose, immaginare come migliorarle».

E quella curiosità viene premiata. Dopo un anno, l’azienda le propone un percorso di crescita accanto alla responsabile acquisti. Oggi Giulia segue in autonomia parte delle attività strategiche e si sta preparando a diventare team leader. «La differenza? Qui posso fare domande, proporre idee, confrontarmi anche con i dirigenti. E soprattutto sento di avere attorno persone competenti da cui posso imparare ogni giorno». Per lei il vero valore aggiunto non sono solo benefit o agevolazioni. «Sono importanti, ma ciò che davvero conta è sentire di poter fare la differenza».

Per approfondire il tema del rapporto tra AZIENDE e GENERAZIONE Z collegarsi al sito dell’Osservatorio Delta Index

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