Il «giallo» si coltiva
già da ragazzini

La passione per il giallo si coltiva da piccoli. Si parte regalando al pupo lente d’ingrandimento e taccuino («come Sherlock Holmes, caro»), come succede in «Detective per gioco» (Editoriale Scienza).

La passione per il giallo si coltiva da piccoli. Si parte regalando al pupo lente d’ingrandimento e taccuino («come Sherlock Holmes, caro»), come succede in «Detective per gioco» (Editoriale Scienza).

Poi, non appena i bambini sanno destreggiarsi con l’alfabeto e la struttura della frase, si procede con qualche mistero appena accennato, condito con un po’ d’avventura, come nei libri (semplici e gustosi) di «Misteri con i baffi» di Alessandro Gatti e Davide Morosinotto (Piemme).

Ma i piatti forti si possono servire ai ragazzi dai dodici anni in su: per loro sono già spalancate le accoglienti braccia dei grandi narratori di genere. L’eclettico Jo Nesbo. Amatissimo giallista per adulti (l’ultimo uscito è «Polizia», per Einaudi, ma ce n’è un altro in arrivo a breve), ha vinto molti premi anche come scrittore per i più giovani, e molti l’hanno affiancato all’irresistibile Roald Dahl. «Il dottor Prottor e il grande furto d’oro» (Salani) vede uno scienziato pazzo (il dottor Prottor, protagonista ormai di quattro titoli) e i suoi due amici Tina e Bulle sulle tracce di una refurtiva milionaria, con sfumature da spy story e molto umorismo.

Non dimentichiamo John Grisham, che firma una serie con un protagonista tredicenne, Theodore Boone, che si trova a dipanare trame discretamente complicate: nell’ultima «Dalla parte giusta» (Mondadori) deve impegnarsi a evitare la costruzione di una nuova strada che potrebbe provocare una catastrofe ambientale.

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