Papa Giovanni moriva 57 anni fa
Il video integrale della Messa del Vescovo

Segui la Messa in ricordo di Papa Giovanni XXXIII presieduta dal vescovo Francesco Beschi qui dalle 16.

Era il 3 giugno 1963. La sera prima, un violento temporale aveva flagellato Roma. «Questa non è morte», così «L’Eco di Bergamo» titolava il fondo del direttore Andrea Spada. Sono trascorsi 57 anni, ma il ricordo del Papa della Bontà non si è mai affievolito. In questi mesi il suo nome è rimbalzato sui giornali del pianeta, dall’Asia all’America, associato al dolore e alla tragedia che ha visto l’ospedale a lui intitolato, l’epicentro della pandemia, l’àncora di salvezza per molti, l’ultima tappa della propria esistenza purtroppo per moltissimi altri.

Segui la Messa presieduta dal vescovo Francesco Beschi in ricordo di Papa Giovanni XXXIII qui dalle 16.

Il pensiero della morte è sempre stata una costante delle giornate di Angelo Giuseppe Roncalli. Da giovane, era rimasto impressionato dalla morte del suo parroco don Francesco Rebuzzini, che aveva visto a terra colto da malore. Cappellano militare aveva dato l’estrema unzione ai soldati. In Bulgaria aveva assistito ai morti del terremoto, mentre da Sotto il Monte giungevano le ferali notizie della scomparsa dei genitori. In Vaticano, sopra il comodino della camera da letto, teneva le foto dei suoi cari defunti e del cimitero del paese.

«Dobbiamo sempre star prepararti tutti, giovani e vecchi. Quando la morte arriva di solito fa come i ladri di notte», scriveva alla famiglia da Istanbul il 26 dicembre 1937. Qualche anno prima, nel corso degli Esercizi spirituali (giugno 1931), annotava nel suo Diario: «Sono nel cinquantesimo anno della mia vita. Dunque, uomo maturo che si avvia alla vecchiaia: forse la morte è vicina». In occasione del funerale di un sacerdote di Udine nel dicembre 1955 diceva: «La mia morte, la vostra quando verrà ? Non è poi così triste il pensarci: diventa soave la vita con il familiarizzarci al pensiero della morte».

A Roma, nelle ultime settimane di vita, al volto preoccupato del suo medico personale, il professor Gasbarrini, rispose con parole pacate: «Caro professore, io ho le valigie sempre pronte». Spirò alle 19,45 del 3 giugno, mentre il card. Traglia pronunciava l’Ite missa est, il termine della liturgia coincideva con l’ultimo respiro del Papa. La finestra dell’appartamento pontificio si illuminò di colpo. Un bagliore. Tutti capirono: Giovanni XXIII era entrato nella luce eterna. Ma «la memoria in questi giorni ritorna anche a quei meravigliosi momenti della Peregrinatio del corpo di Papa Giovanni si è svolta a Sotto il Monte proprio in questo stesso periodo due anni fa - dice mons. Claudio Dolcini, parroco -. È impossibile non emozionarmi pensando all’attesa, all’arrivo, ma soprattutto alle testimonianze, ai racconti e alla commozione delle migliaia di pellegrini e devoti che hanno pacificamente invaso questo piccolo paese per venerare un santo ritenuto tale dai tempi in cui era ancora in vita».

In occasione dell’anniversario, al Santuario di Sotto il Monte Giovanni XXIII (inserito nel censimento di Luoghi del Cuore, la campagna nazionale promossa dal Fai per i luoghi italiani da non dimenticare) mercoledì 3 giugno alle 16 il vescovo di Bergamo presiederà una solenne celebrazione eucaristica, che sarà trasmessa anche con i consueti canali Facebook e del sito www.papagiovanni.org. Al termine della liturgia, il vescovo pronuncerà a nome di tutti la solenne supplica a San Giovanni XXIII.

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