La mia moda? Per Zingonia
«Così faccio integrazione»

L’idea sartoriale, il sogno di un laboratorio. Una 44enne presenta domenica «Grogre» in un’ex autofficina. «I miei abiti come progetto sociale per tutto il quartiere».

Domenica una ex officina di Zingonia, a pochi metri dalle tanto chiacchierate Torri, si trasformerà in uno spazio di moda e musica: un’area street-urban molto all’americana per raccontare il percorso stilistico di una donna che, proprio in questa zona, ci crede e ci vive.

Daniela Valenti, 44enne originaria di Busto Arsizio, abita a Verdellino da oramai 20 anni: insegnante di Cad e Tecnologia tessile, numerose esperienze nel mondo della moda legata al bambino, da modellista a formatrice per il mondo del fashion, ha deciso un anno fa di fare una pausa e di pensare a un progetto personale. Si chiama Grogre (dal tessuto «gros grain»), etichetta che lei ricama a mano sui suoi abiti che sono un po’ come lei: «Quando ho iniziato con la mia linea, l’ho testata tra le amiche, le mamme che conoscevo proprio nella zona di Verdellino e Zingonia. Ho anche iniziato a fare qualche mercatino, come quello di Brignano, e l’attenzione ricevuta, le ordinazioni e le continue richieste, mi hanno fatto capire che era il momento giusto per mettersi in gioco» spiega Daniela.

Che non molla il suo quartiere: «Ho iniziato a cucire per me stessa per staccare da tutto quello che era il lavoro fatto per gli altri e perché mi appassionava creare qualcosa per me stessa e il territorio in cui vivevo – spiega -. Ho iniziato a frequentare Zingonia grazie alle mie figlie e ai rapporti di vicinato: mi ricordo quando tutti mi dicevano di non mandare le bambine a scuola nella zona, non sono mai stata d’accordo – e continua -. Frequento Verdellino e Zingonia, l’oratorio, il circuito di amici e di relazioni passa anche attraverso le famiglie che gravitano nella zona e credo che siano proprio i rapporti sociali a fare la differenza». Anche attraverso stoffe e fantasie: «È per questo che i miei abiti nascono e si sviluppano a Zingonia. Anzi: vorrebbero diventare un progetto sociale che coinvolge il quartiere».

È il sogno nel cassetto che potrebbe diventare presto realtà: «Poter avviare un laboratorio sul territorio, una coperativa che possa dare lavoro a chi vive qui , creando così uno spazio di condivisione» continua Daniela.
La serata di domenica nasce con questo intento: «Lancio Grogre a Zingonia, perché qui parte tutto e perché qui deve svilupparsi». In un contesto metropolitano, negli spazi di quella che è stata un’officina, in via Vienna, tra moto e vecchie cisterne, dalle 21 ci sarà un percorso di abiti che raccontano una moda trasformista, ricca nella sua architettura stilistica, dai tessuti alternativi: «Il neoprene, tanto cotone e lana, mix di stoffe anche “povere”: cerco materiali differenti, punto al recupero e a una moda che possa essere indossata con semplicità e con un progetto di mutevolezza». In che senso? «Amo i tessuti double, perché ogni abito possa avere più vite, possa essere ripensato, riutilizzato, indossato in più modi». Più facce per ogni medaglia: «Un po’ come Zingonia – sorride -, ma spetta sempre a chi vive uno spazio ad apportare il cambiamento: troppo facile abbandonarsi ai luoghi comuni».

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