Rifiuti abbandonati, nella Bassa strade come discariche

IL VIAGGIO. Il fenomeno è in crescita sulle principali arterie, dalla storica Francesca fino alle tangenziali più recenti. Da ottobre però è un reato. A Treviglio la «Gatta» vigila con foto e denunce sui social: «È un problema serio».

Strada che vai, rifiuto che trovi. Se servisse uno slogan per raccontare le Provinciali che attraversano la nostra Bassa, questo potrebbe essere il più azzeccato. Del resto, è un dato di fatto: qualcuno – troppi, probabilmente – ha la pessima abitudine di abbandonare sacchi dell’immondizia ai lati delle strade provinciali che collegano un paese con l’altro nella nostra pianura. Con una particolare predilezione per le piazzole di sosta nelle strade che ne sono provviste, come la tangenziale di Casirate e Arzago, quella di Sola, o quelle di Romano di Lombardia e Covo. Un problema che – ne avevamo già riferito – riguarda anche, più a nord, la tangenziale sud di Bergamo. E le strade campestri non sono purtroppo da meno: a Treviglio, per esempio., è sufficiente imboccare una via rurale nella campagna verso Arcene, laterale dunque all’ex Statale 42, per imbattersi in piccole discariche.

Ormai forse non ci si fa più caso: eppure i sacchetti hanno colori a loro modo sgargianti – dal giallo all’azzurro – e la loro presenza ai margini delle strade è più che evidente. Ciò causa costi per il loro recupero e smaltimento, che vanno a sommarsi a quanto già ciascuno di noi cittadini paghiamo per la raccolta differenziata porta a porta e i Comuni per lo smaltimento dei rifiuti che vengono portati invece alle piazzole ecologiche. Per questo resta davvero un mistero la motivazione alla base di questo comportamento incivile e, tra l’altro, dallo scorso ottobre sanzionato in maniera più pesante: da tre mesi l’abbandono dei rifiuti è infatti diventato un reato e non più, come prima, un illecito amministrativo: le ammende sono salite da un minimo di mille a un massimo di diecimila euro, mentre in precedenza si andava dai 300 ai tremila euro. Cifra che può arrivare addirittura a ben 26mila euro, con l’arresto in flagranza, se ad abbandonare i rifiuti sono i titolari di imprese o di enti.

Viaggiando lungo le strade della Bassa appare chiaro che anche quelle storiche, come la Provinciale Francesca, non sono indenni dal fenomeno: i bordi di queste arterie di grande percorrenza sono costellati da sacchetti e rifiuti di ogni genere, lasciati soprattutto nei tratti dove non si trovano abitazioni o aziende. O anche lì, come all’altezza di Pognano, dove i rifiuti – soprattutto cassette della frutta in legno e plastica – sono stati abbandonati anche nei pressi della sede di una nota azienda di prefabbricati (ovviamente estranea agli abbandoni e, anzi, a sua volta danneggiata nell’immagine che appare a chi vi si avvicina). Nei pressi di Verdello, proprio di fronte all’ormai ex centro commerciale «Francesca», ieri erano presenti diversi sacchi abbandonati, in questo caso più simili a quelli usati nei cantieri edili.

La strada che invece dalla Francesca costeggia, a est, il fiume Serio a Ghisalba, vale a dire via Trento, è qualcosa di impressionante: nonostante la presenza di diversi cartelli di divieto di abbandono dei rifiuti, la vegetazione a lato della strada ne è piena. Andando anche in questo caso a danneggiare il paesaggio fluviale che si trova a pochi metri. La tangenziale realizzata in concomitanza con l’autostrada Brebemi per scavalcare l’abitato di Sola, località di Fara Olivana, è costellata di sacchetti dell’immondizia abbandonati e che, in alcuni tratti, si estendono anche per diverse decine di metri a lato della strada: plastica e cartoni la fanno da padrone. Poco più a sud-ovest la Rivoltana non è da meno, così come sono state prese di mira le piazzole dell’altrettanto nuova tangenziale che collega la stessa Rivoltana con il casello di Caravaggio dell’A35.

C’è poi il capitolo Treviglio: qui, essendo un grosso centro, i rifiuti vengono abbandonati nelle strade di campagna laterali alle grandi vie di comunicazione. In campo sul tema da qualche tempo c’è il giovane blogger Alessandro Iocco, presente sui social con il suo portale «La Gatta trevigliese», che denuncia, tra i vari problemi, anche quello ambientale, postando su Instagram e Facebook fotografie di sacchi dell’immondizia abbandonati un po’ dappertutto, anche nei cestini dei parchi della città: «Ricevo segnalazioni ormai frequenti – spiega – e ho l’impressione che all’origine di questo aumento ci sia una incomprensione sull’utilizzo dei bidoni con il chip per la raccolta porta a porta: molti sono convinti che, più il bidone si utilizza, più si paga, mentre questo è un periodo sperimentale. A questo si aggiunge il fatto che i non residenti che abitano però, per esempio, in Zona Nord non sono dotati dei bidoni per la raccolta e, dunque, sono spinti a lasciare i sacchetti nei parchi o in campagna. È un problema ambientale molto serio, sul quale l’attenzione deve restare sempre molto alta».

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