
Bergamo senza confini / Bergamo Città
Domenica 05 Ottobre 2025
Londra, da barista a manager Fexco: «Partito da zero, formo i dirigenti»
LA STORIA. Daniele Mastrigli, da 10 anni nella multinazionale. Ha lasciato il lavoro in una serigrafia per partire: «Mi sono messo in gioco, qui il merito è premiato».

Ci sono vite che non si raccontano a parole, ma si vivono. E poi ci sono città che, più che luoghi, sono prove. Prova di coraggio, prova di adattamento, prova di un’idea di sé che si incontra con la realtà. La storia di Daniele Mastrigli, quarantaduenne bergamasco di città, è la cronaca di un incontro. Quello tra un uomo di 32 anni e una città che non perdona, ma che premia. E che, con il suo ritmo incessante, ti insegna a crescere, a cambiare, a diventare una versione di te stesso che forse non pensavi possibile. Quella città ha un nome: Londra.
Daniele, in Italia, aveva già costruito la sua carriera. Era un sales manager nel settore chimico, una figura professionale solida, con le spalle coperte. Aveva lavorato per anni, l’ultimo dei quali a Pieffe Serigrafia, azienda che produce serigrafie per il settore cosmetico. Non era un ragazzino in cerca di fortuna, ma un uomo con una posizione ben definita, una vita strutturata e un orizzonte lavorativo apparentemente chiaro. Eppure, sentiva che mancava qualcosa, una sfida più grande. E così, il 15 gennaio 2015, ha fatto le valigie ed è partito. Con il progetto di restare solo qualche mese, per un’esperienza che arricchisse il curriculum. La vita, però, aveva altri piani.
Ricominciare daccapo
«Sono partito a 32 anni, pensando di stare qualche mese a Londra. Ho trovato alloggio e il primo lavoro, barista in un coffee shop. Poi sono passato a un altro negozio per 5-6 mesi e ho iniziato a parlare inglese. Un conto è il livello scolastico in Italia, un conto quando ti interfacci con la realtà. Il nostro inglese qui fa sorridere e ho dovuto imparare a parlarlo in fretta».
«Bergamo è sempre nel mio cuore. Certe cose qui mancano, il senso di comunità di Bergamo qui è ben diverso»
Sono stati i primi passi, difficili e necessari, in un mondo che sembrava appartenere a un’altra dimensione. La gavetta, la fatica, la sensazione di aver ricominciato daccapo, lontano dagli affetti e dalle certezze. Ma in quei mesi, tra un caffè servito e un cliente accontentato, il suo inglese non solo è migliorato, ma ha trovato una nuova radice, quella della vita quotidiana, fatta di piccole e grandi sfide. Ogni errore linguistico era una lezione, ogni conversazione un passo avanti, ogni volto incontrato una tessera di un mosaico che si componeva lentamente, giorno dopo giorno. Poi, la svolta. Un passo dopo l’altro, il cammino ha preso una direzione precisa.
Training ai manager Fexco
Dopo sei mesi, pur continuando a cambiare lavori, Daniele è riuscito a fare il salto nel mondo che più gli si addiceva, quello finanziario. È entrato in Fexco, una multinazionale, prima come sales advisor e poi, in una progressione che a Bergamo sarebbe stata difficile, promosso a manager. Oggi gestisce diverse filiali a Londra e, con il suo acume e pragmatismo, ha conquistato un ruolo di primo piano all’interno dell’azienda.

«Attualmente i clienti vengono, mi dicono che cosa gli serve e io gli faccio trovare i fondi. Faccio la compliance, la consulenza cliente e l’antifrode. Facciamo finanziamenti per clienti privati e aziende. Io gestisco anche il centro training di Fexco, che è irlandese. Mi sposto per fare training e facciamo training ai manager». Una scalata che non è solo una storia di successo professionale, ma la dimostrazione di come la sua preparazione e la sua determinazione abbiano trovato un terreno fertile. Ha saputo cogliere le opportunità, ha studiato il sistema, si è adattato. Una determinazione che lo ha portato a diventare un punto di riferimento per l’azienda, a gestire l’importante centro di formazione, a viaggiare per formare i futuri leader.
L’impegno per i bergamaschi
Un percorso che in Italia, a quell’età, sarebbe stato molto più lento, se non impossibile, in un sistema più rigido e meno incline a premiare il talento individuale con la stessa rapidità. Perché se è vero che Londra è una città che corre, è altrettanto vero che per un bergamasco è un porto, un rifugio. Daniele lo ha capito nel momento in cui ha ritrovato i suoi simili, i compagni di viaggio della sua terra. «Bergamo è sempre nel mio cuore. Certe cose qui mancano, il senso di comunità di Bergamo qui è ben diverso. In Italia ci si conosce tutti, qui conosci pochi e sono più freddi, almeno all’inizio». Per questo ha deciso di darsi da fare per gli altri. E oggi è il vicepresidente del Circolo Bergamaschi nel Mondo di Londra. Un faro in mezzo al mare, un punto di riferimento per chi arriva e ha bisogno di aiuto. «Seguiamo i nostri bergamaschi con un po’ di consulenza e supporto a chi arriva di nuovo qui. Il sistema è cambiato, non è più così aperto, è un po’ più complicato. Ma se hai le carte in regola e i prerequisiti, si può ancora». Organizzano eventi, incontri, creano una comunità nel cuore pulsante della metropoli. Cene, aperitivi, serate per vedersi e scambiarsi consigli, per non dimenticare le proprie origini e per non perdere quelle radici che, anche se non si vedono, sostengono il tuo mondo, ti danno la forza di andare avanti anche quando tutto sembra crollare.

«Un sistema meritocratico»
Londra, per Daniele, non è solo un luogo in cui vivere, ma un metodo. È la città che ti insegna il valore del merito. Una città che non ti chiede la tua età, ma il tuo valore, il tuo apporto, il tuo contributo. «Io vedo Londra come una grandissima opportunità, ma il tempo è molto più veloce. Dopo 10 anni qui può essere una buona esperienza essenziale per poter rientrare in Italia. Penso che 10 anni sono il minimo per vivere qui, capire la loro mentalità, come funziona il sistema inglese che è molto complesso, soprattutto sul posto di lavoro. È un sistema meritocratico che ti insegna molto. Non conta l’età ma solo la meritocrazia. È il tipo di apporto che dai nel tuo lavoro, ti danno opportunità e sta a te sfruttarle. Di contro, se sbagli, tutti sono sostituibili e si cambia pagina del libro». È una filosofia dura, ma onesta, quella che ha imparato. Il pensiero «out of the box», fuori dagli schemi, è la chiave per riuscire, per prosperare in una realtà che non perdona, ma che se la sai affrontare, ti premia. È l’acquisizione di una mentalità che vede il cambiamento non come una minaccia, ma come una costante opportunità. Un modo di pensare che si riflette anche nella sua voglia di mettersi alla prova, di imparare sempre qualcosa di nuovo, come la certificazione in intelligenza artificiale che ha da poco conseguito.
Futuro in movimento
E il futuro? Il futuro, per uno come Daniele, non è una linea retta, ma un orizzonte in movimento. Dopo quasi dieci anni, l’idea di un ritorno in Italia potrebbe essere il punto di arrivo di un percorso. «Mi piace pensare come in Inghilterra “out of the box”. Se ci sono aziende che hanno bisogno di figure come la mia, con un inglese C2, italiano madrelingua, certificazione sull’AI, un punto di vista mentale aperto e tutte le competenze acquisite qui sono disposto a valutarle, perché un ritorno ora è nei miei pensieri – e in quelli della mia compagna Anita che ho conosciuto qui –, ovviamente in una posizione adeguata al mio percorso e al mio ruolo attuale». Il suo ritorno, se avverrà, non sarà quello di un fuggiasco, ma di un professionista cresciuto, maturato, in grado di portare un valore aggiunto, un modo di pensare diverso, acquisito in anni di esperienza internazionale.
Bergamo senza confini
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
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