Strade, resort e la squadra di ciclismo sull’Equatore

Hanno messo piede per la prima volta a São Tomè Prìncipe, due splendide isole (che da sole fanno nazione) immerse nel Golfo di Guinea, di fronte allo stato del Gabon, nel 1992. Ma allora Tiziano Pisoni, veterinario di 61 anni di Canonica e la moglie Mariangela Reina, 61 anni di Bergamo, ancora non potevano immaginare che avrebbero scritto una pagina importante della storia di questo arcipelago localizzato al centro del mondo, sull’Equatore esattamente a latitudine e longitudine zero. E, in particolare, dell’isola più grande, São Tomè, di 850 chilometri quadrati con una popolazione di 200 mila abitanti al cui sviluppo la coppia bergamasca, negli ultimi 30 anni, ha contribuito in maniera fondamentale.

Hanno formato agricoltori e coltivatori, contribuito a progetti di sviluppo internazionale per la costruzione di scuole, case, strade, sistemi per la distribuzione dell’acqua, realizzato dal nulla un resort chiamato Mucumbli (nome locale di un albero utilizzato per produrre medicine naturali) che gestiscono con la loro figlioccia soprannominata Pepita e che dà lavoro a 40 persone del posto, aperto un’agenzia viaggi che sta portando nell’isola turisti da tutto il mondo e, come se tutto ciò già non bastasse, fondato una squadra di ciclismo iscritta alla Federazione ciclismo di São Tomè di cui Pisoni è pure presidente. «Quando nel 1992 siamo arrivati sull’isola – ricorda il sessantunenne, a Canonica in questi giorni per partecipare al matrimonio del nipote– era avvenuto nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale. In quanto veterinario, per due anni ho avuto in carico la responsabilità della produzione zootecnica della nazione oltre che della scuola di formazione di agricoltori e allevatori».

Due anni durante i quali l’amore della coppia bergamasca per São Tomè, e per la sua popolazione «sempre tranquilla, ospitale e felice a differenza di molti altri stati africani» evidenzia Pisoni, è cresciuto fino a convincerlo a trasferirsi e a continuare a darsi da fare per lo sviluppo del Paese. Negli anni successivi i coniugi bergamaschi hanno partecipato, in collaborazione con le istituzioni locali, a progetti finanziati dall’Unione europea e dalla Banca mondiale. Il più importante, durato dieci anni, ha visto Pisoni impegnato nella formazione di 1600 cantonieri con i quali, lavorando fianco a fianco, il sessantunenne di Canonica è arrivato alla riapertura sull’isola (nota anche come l’«Isola del cacao» per il cacao di alta qualità che si produce sotto il suo sole) di più di 300 chilometri di strade: «Nel 2010 - ricorda ancora la coppia bergamasca - dopo 18 anni trascorsi a São Tomè durante i quali abbiamo tessuto ottimi rapporti con tutta la popolazione, dalla più alta carica istituzionale fino al bambino che gioca per strada, ci siamo trovati di fronte a un dilemma: o tornare in Italia o creare qualcosa di nostro sull’isola».

Inutile dire che Tiziano e Mariangela hanno optato per la seconda scelta. Da qui è nata la decisione di realizzare il progetto del resort Mucumbli costruito dal nulla solo con materiale e personale locale. La struttura alberghiera, che è stata aperta nel 2013, può contare su 15 stanze e un ristorante gestito da Maria Rocha detta Pepita, la figlioccia della coppia bergamasca: hanno visto questa donna, ora di 37 anni e madre di quattro figli, crescere da bambina per poi seguirla nella sua formazione. «Noi non abbiamo figli – racconta Pisoni –: è stata quindi Pepita, diventata nel frattempo nostra socia, a spingerci a sviluppare un progetto tutto nostro in modo da poter dare a lei e alla sua famiglia un futuro». Il resort Mucumbli si trova a circa 30 chilometri dalla città di São Tomè dove Tiziano e Mariangela vivono e dove hanno aperto anche l’agenzia di viaggi «Mucumbli Explore» che organizza viaggi su misura con anche trekking nella parte di foresta che ricopre l’Isola ormai meta (fatto salvo il periodo del Covid) di turisti provenienti da tutto il mondo e in particolare da Portogallo, Francia, Germania, America e Australia.

Lo sviluppo dell’isola ha portato però anche il problema dei rifiuti, sempre più emergente, che i due coniugi stanno affrontando ancora una volta in aiuto della popolazione locale: «Dobbiamo pensare – spiega Pisoni – che fino a pochi anni fa a São Tomè non si producevano rifiuti come ad esempio la plastica che non esisteva nemmeno sull’isola. Non è quindi attivo un sistema di raccolta e smaltimento. Per questo motivo stiamo raccogliendo fondi per trovare una prima soluzione come una piccola discarica controllata: il luogo dove potrebbe essere realizzata è già stato individuato. Abbiamo anche già acquistato degli strumenti, come un furgone, per passare dai bar e ristoranti per raccogliere l’immondizia che producono. Ai titolari di queste attività stiamo pure facendo capire che dovranno contribuire anche loro per finanziare questo progetto: a São Tomè, infatti, non esiste la tassa dei rifiuti».

Lo sviluppo dell’isola ha portato anche la diffusione sul suo territorio dei mezzi motorizzati. Fino a pochi anni fa sul suo territorio ci si spostava invece soprattutto in bicicletta e ciò ha contribuito a rendere il ciclismo particolarmente diffuso fra i suoi abitanti. Uno sport che anche la coppia bergamasca ama: basta dire che prima di arrivare sull’isola, negli anni Novanta avevano percorso in bici 4 mila chilometri fra Senegal, Gambia, Guinea e Sierra Leone. E Pisoni (che da giovane è stato anche massaggiatore in squadre italiane professionistiche) è stato ben contento di diventare nel 2003 presidente della Federazione ciclismo di São Tomè che negli ultimi anni ha organizzato il giro ciclistico la «Volta del Cacao». Giro a cui ha partecipato anche la squadra ciclista da lui fondata. Pure per questa squadra è stato scelto il nome Mucumbli, nome che grazie a quanto fatto dai bergamaschi rimarrà per sempre scritto nella storia dell’arcipelago.

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected] .

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